da Il Giornale
Tutti conosciamo i nomi degli artisti rinascimentali che diffusero l’utilizzo della prospettiva lineare nell’arte occidentale (come Brunelleschi o Leon Battista Alberti) o i creatori del linguaggio cinematografico dei primi del Novecento (come D.W. Griffith o Eisenstein). Ma a pochi sono noti i nomi dei pionieri del digitale, capaci di rivoluzionare il nostro modo di intendere, esperire e creare la cultura attraverso i nuovi media. Eppure, soprattutto negli Stati Uniti, si è diffusa la convinzione che proprio questi anonimi visionari del mondo dei computer saranno considerati in futuro alla stregua dei geni del XVI secolo.
Esagerato? Forse. Ma senz’altro chiunque può verificare immediatamente come sarebbe diversa la propria vita, sia sul lavoro sia nel tempo libero, senza software quali Word o Photoshop o Flash. Difficile negare, ad esempio, che i programmi di videoscrittura abbiamo influenzato il nostro rapporto con la scrittura o addirittura modificato la nozione stessa di documento, divenuta sempre più flessibile e multimediale se non addirittura interattiva. Impossibile non accorgersi come i media digitali abbiano rivoluzionato la nostra estetica, basti pensare all’universo visivo della computer graphic applicata al cinema da Matrix ad Avatar...
cont. http://www.ilgiornale.it/cultura/ecco_brunelleschi_dellera_digitale/17-04-2010/articolo-id=438314-page=0-comments=1?&LINK=MB_T
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