In questi giorni Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, ha esternato ed ha movimentato le giornate di tutti noi: “Quando ho iniziato a pensare a Facebook nella mia cameretta di Harvard, in tanti si chiedevano: ‘Perché mai dovrei mettere informazioni online? Perché dovrei avere un sito personale?’ Poi è iniziata l’esplosione dei blog e di tutti gli altri servizi che permettono di condividere informazioni online. Le abitudini sociali evolvono nel tempo”.
Vero, verissimo ma… abbiamo un ma.
A quanto sembra le esternazioni del giovane (25 anni) CEO di Facebook, sono più votate a nascondere le nuove impostazioni di privacy di Facebook stesso, piuttosto che essere una apologia del “tutto è di tutti”.
Il problema non è come deve essere gestita la privacy, come devono essere visualizzate le nostre foto o a chi devono comparire i nostri “messaggi di stato” ma è poter scegliere tutte queste cose.
La concezione delle impostazioni di default oggi è sbagliata, partendo dal presupposto che tutti si voglia condividere tutto si fanno nascere grandi sistemi che hanno come prerogativa quella di mettere tutto in piazza senza però partire da un punto neutro ma partendo già da una posizione molto audace...
continua http://www.estense.com/facebook-privacy-in-rete-015041.html