Il libro nero del passatismo Vincenzo Consolo censura Saviano

celine.jpgda IL GIORNALE

Del resto, un po’ se l’è cercata. Esponendosi così tanto, pur se scortato, era inevitabile che da destra e da sinistra volessero accaparrarselo, tirandolo per la giacchetta stazzonata. E se lui non si lascia addomesticare abbastanza - leggi: non si allinea al verbo dominante - allora vade retro.

Lo scandalo è nato da una recente intervista a Panorama nella quale Roberto Saviano rivelava di essersi formato «su molti autori riconosciuti della cultura tradizionale e conservatrice». Non una confessione sui generis, ma con nomi e cognomi, scomodi più che mai: «Ernst Jünger, Ezra Pound, Louis Ferdinand Céline, Carl Schmitt». E nemmeno una rivelazione di peccati di gioventù di cui pentirsi, ma una convinzione radicata e rivendicata: «Non mi sogno di rinnegarlo, anzi. Leggo spesso persino Julius Evola...», ribadiva Saviano destando la riprovazione della più sussiegosa classe intellettuale sinistrese. Possibile? Ma quel Saviano lì non era dei nostri? Certo, ma se legge quei libri là dev’essere un pochino anche dei loro. Anche se poi, loro, non lo amano particolarmente magari solo perché porta la barba, l’abito dimesso e rifugge le cravatte...

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video
http://www.youtube.com/watch?v=xIL2ygY3YxM