Compagni L'Arte delle Dimissioni Parola di Vittorio Sgarbi

sgarbi 2.jpgda IL GIORNALE

È rassicurante che, pensando a chi ha avuto l’orgoglio di dimettersi, il Giornale chieda a me una testimonianza sulle tante e tortuose circostanze che mi hanno visto in quelle condizioni. Invero, più dimissionato che dimissionario, ma con una così clamorosa intransigenza d’aver generato una percezione rovesciata. I casi della cronaca sono, infatti, diversi perché determinati da emergenze in cui le dimissioni non sono state un’affermazione di forti personalità o conseguenza di insanabili contrasti. Al contrario sono state causate da incompatibilità, vergogna o interventi della magistratura. Quando bufere giudiziarie hanno costretto, in una ininterrotta mattanza ministri, presidenti di Regione, sindaci a dimettersi non sembrava possibile l’alternativa di resistere: così è stato per Martelli ministro della Giustizia, così in tempi più recenti per Ottaviano Del Turco, presidente della Regione Abruzzo. Ma in alcuni casi si sono presentate anomalie. Tra le più sorprendenti quella di Luciano D’Alfonso, sindaco di Pescara. Che, per consentire alla sua amministrazione di rimanere in carica, minacciato dalla magistratura che l’aveva arrestato per impedirgli di inquinare le prove nella sua funzione, una volta liberato invece di restare, affermando le ragioni della propria innocenza, o di andarsene, dimettendosi, scelse la formula ibrida dell’autosospensione con certificato medico. Una scelta ambigua e grottesca che fece cadere le braccia anche ai pochi che, come me, lo avevano difeso. ..continua

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Video http://www.youtube.com/watch?v=gXSoMVDnpMw