È rassicurante che, pensando a chi ha avuto l’orgoglio di dimettersi, il Giornale chieda a me una testimonianza sulle tante e tortuose circostanze che mi hanno visto in quelle condizioni. Invero, più dimissionato che dimissionario, ma con una così clamorosa intransigenza d’aver generato una percezione rovesciata. I casi della cronaca sono, infatti, diversi perché determinati da emergenze in cui le dimissioni non sono state un’affermazione di forti personalità o conseguenza di insanabili contrasti. Al contrario sono state causate da incompatibilità, vergogna o interventi della magistratura. Quando bufere giudiziarie hanno costretto, in una ininterrotta mattanza ministri, presidenti di Regione, sindaci a dimettersi non sembrava possibile l’alternativa di resistere: così è stato per Martelli ministro della Giustizia, così in tempi più recenti per Ottaviano Del Turco, presidente della Regione Abruzzo. Ma in alcuni casi si sono presentate anomalie. Tra le più sorprendenti quella di Luciano D’Alfonso, sindaco di Pescara. Che, per consentire alla sua amministrazione di rimanere in carica, minacciato dalla magistratura che l’aveva arrestato per impedirgli di inquinare le prove nella sua funzione, una volta liberato invece di restare, affermando le ragioni della propria innocenza, o di andarsene, dimettendosi, scelse la formula ibrida dell’autosospensione con certificato medico. Una scelta ambigua e grottesca che fece cadere le braccia anche ai pochi che, come me, lo avevano difeso. ..continua
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...