KULTURA di Paolo Giardini

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KULTURA

I ferraresi più evoluti sono stati premiati: il partito di sempre conserva la posizione a Palazzo, in un’audace sintesi di rinnovamento e tradizione. Il mutamento, in reverente pensiero al passato è avvenuto cambiando la giunta, eccettuate le colonne portanti. Una di queste è il precedente assessore alla cultura Maisto, riconfermato, con l’aggiunta dei galloni di vicesindaco per i cui compiti occorrono credenziali e qualità rilevanti. Infatti, oltre ad una barba curata il Maisto ha il prestigio derivante dalla sua presidenza dell’ARCI (Associazione Ricreativa Culturale Italiana), i cui Circoli disseminati in provincia sono noti vivai di cultura.

Sul sito ARCI (http://www.arciferrara.org) c’è il lungo elenco dei Circoli tradizionali, ognuno corredato col suo bravo indirizzo internet, argutamente unificato in: http://maps.google.it/. A questo indirizzo, i naviganti eventualmente incuriositi, per esempio dal Circolo ARCI di Monticelli, si troveranno in comunione con quanti cercano gli altri Circoli ARCI in provincia, tutti confluenti sulla stessa videata…. ad osservare la carta geografica dell’Europa. Della quale nessuno può certo dire che da una visione provinciale non sia culturalmente stimolante.

La cultura presenta pregi e difetti solo apparentemente in contrasto fra loro: è, sì, sconfinata, dagli orizzonti irraggiungibili, ma quanta libertà lascia esprimere questa assenza di barriere! Ecco perché la libera cultura municipale è matrice di arte nella città d’arte! E’ certamente per coerenza artistica la scelta culturale del sindaco Tagliani di sbarazzarsi di acquedotti comunali e altre vili dotazioni, ben sapendo che “del doman non v’è certezza, chi vuol esser lieto sia”! Se invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, che si controlli l’acqua potabile prima o dopo averla immessa nelle condotte è culturalmente ininfluente!

E’ il motivo per cui la cultura irradiata dall’assessorato omonimo induce risultati artistici in altri settori quali i lavori pubblici. Il restyling di via Bologna, per esempio. Può sembrare inutile a prima vista il maquillage della strada finto boulevard, lasciando nel sottosuolo ciò che c’era prima. Ma il laghetto sgorgato dalle vecchie tubazioni una settimana fa le ha donato parte del quid esistenziale all’urbanità che sempre mancherà senza una piazza con qualche libraio, un fiorista o un antiquario.

E l’appalto dei lavori di via Darsena non è anch’esso artistico? In altre (incolte) amministrazioni usano o affittano i georadar per vedere cosa c’è sotto terra prima di progettare i lavori. Da noi no, giustamente, per non perdere l’umano gusto della sorpresa ad appalti conferiti, come è successo in via Darsena trovando serbatoi interrati con relative soste e varianti, permettendo di scambiare le posizioni di forza contrattuali fra comune e imprese. Prima era il monopolio pubblico a decidere il massimo ribasso, ora sarà il monopolio dell’impresa a decidere il massimo rialzo. Mentre i cittadini fanno il giro del mondo per percorrere via Darsena, così viaggiando si formano. Il tutto costa molto di più, ma per l’arte (e l’arcicultura) è meglio non badare a spese, come sempre.

Siamone grati ai maestri Maisto e Tagliani.

Paolo Giardini – Progetto per Ferrara

 

www.progettoperferrara.org

 

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=0rW5a_oTno4

 

 


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