CHIESA: SEMBRA tutta UN'ALTRA POESIA!!!
* (Image- La Divina Commedia vista da Marco Rinaldi)
La Poesia è Fede e, per fortuna, nel corso dei secoli si è verificato anche il contrario.
La Fede diventava, splendida e sentita, Poesia.
Ad iniziare da Gesù Cristo, che alla domanda dei farisei “Maestro qual è il più grande comandamento della legge?”
Egli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo/ con tutto il cuore/, con tutta la tua anima/ e con tutta la tua mente. Questo è il più grande/ e il primo dei comandamenti./ E il secondo è simile al primo:/ Amerai il prossimo tuo/ come te stesso./ Da questi due comandamenti dipende/ tutta la Legge e i Profeti” (Vangelo secondo Matteo 22, 34-40). Per continuare con San Francesco d'Assisi ed il Cantico delle Creature “Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo Amore/ et sostengo infermate et tribolatione” e finendo; tanto per citare un ulteriore paradigma di vera è profonda Fede in Dio, con Madre Teresa di Calcutta: “L'uomo è irragionevole, illogico ed egocentrico,/non importa amalo”.
Da questi versi emerge il tema su cui mi voglio soffermare:
Dio ed il Suo Amore per gli uomini. Proprio per tutti gli uomini.
Senza distinzione di classe, di razza, di sesso e di gusti. Sembra proprio che, tutti possano avere il diritto di accedere al Regno dei Cieli. Basta solo amare e rispettare il prossimo. Cosa che, a mio modesto parere visto che nessuno me lo ha mai spiegato bene, significa non solo “redimerlo dai propri peccati” ma anche comprendere i suoi disagi senza colpevolizzarlo, come accade quando il nostro prossimo, per un motivo o per un altro non può assumersi la responsabilità di un figlio. Amare il prossimo, significa anche esortare all'uso del profilattico in realtà come quella Africana, dove si calcolano più di 10.000 nuove infezioni da HIV al giorno, avendo così rispetto e della Vita in atto e di quella potenziale. Rispettare il prossimo significa accettare colui che è diverso da noi ed amarlo nella sua diversità. Amare il nostro prossimo, significa anche capire e cercare di comprendere il perché di una scelta senza condannarla a priori, come ad esempio la scelta di una donna di lasciare il proprio uomo, quella di un uomo che decide di non vivere per mezzo di una macchina o quella di una coppia che desidera avere un figlio per trasmettergli amore ed è fisicamente impossibilitata a farlo. Forse sbaglierò, ma l'Ente deputato a commentare queste splendide Poesie spesso è più impegnato a fare altro. Licenziare Boffo per evitare danni d'immagine, boicottare referendum o muovere voti da una parte o dall'altra.
Chissà, se metteranno così tanto impegno anche nell'accertare l'indirizzamento sessuale dell'otto per mille?
A questo punto, ringrazio i missionari, ringrazio coloro che nel nome della Fede e di Dio lavorano per rendere questa società migliore (e mi viene in mente Don Mazzi ma come lui ce ne sono tanti altri). Ammiro coloro che aiutano il prossimo a costo di rimetterci la pelle e ringrazio chi un giorno correggerà i miei errori nel nome di Dio senza, per questo, giudicarmi o calpestare i miei diritti. Agli altri mentre, dico di stare attenti (ovviamente anche io mi inserisco in questo gruppo). Perché se è vero che i Poeti ci vedono lungo e sono sulla strada della verità allora nessuno, proprio nessuno può dirsi con sicurezza salvo : “<<Chi è colui, maestro, che si cruccia/ guizzando più che li altri suoi consorti>>,/ diss'io, <<e cui più roggia fiamma succia?>>” (Chi è, maestro, colui che mostra il suo dolore agitandosi più degli altri suoi compagni, dissi io, e che una fiamma più rossa consuma? “Dante Alighieri, La Divina Commedia, inferno canto XIX”).
Zairo Ferrante