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TECHNOREVOLUTION?

 

DELEUZE GUATTARI.jpgLA RIVOLUZIONE ROBOTICA

* da La Poetica di Internet ebook (Futurist Editions)



Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere e della sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne“ Marinetti



La cosiddetta schizoanalisi, cibernetica sociale eccentrica e stravagante, inventata dopo Marcuse dai postmoderni Deleouze e Guattari con “L’Anti-Edipo”, di forte matrice...Nietzsche + Marinetti (e come neofuturismo fu bollata...), illumina parecchio la rivoluzione futurista incompiuta, da più punti, virgole, fotoni e microchip. “L’Anti-Edipo”, bestseller intellettuale degli anni ‘70, ri-scopre l’eresia futurista: l’inconscio e il sogno come macchina fantastica, culla celeste e meccanica dell’uomo macchina rivoluzionario.

Giochi sociobiologici, sequenze binarie e ternarie..., desiderio macchina interconnessi con la nuova società informatica, plasmano la realtà e il sogno del duemila: siamo già nel ciberspazio, nella robotica e nella ciberpolitica, oltre i pregiudizi comunistici degli autori, dopo le lezioni alineari... dell’avanguardia, del futurismo, delle reinvenzioni scandalose - dopo Nietzsche- di Giorgio Colli, Alain de Benoist e Jean Cau.. Guattari e Deleouze.

Quasi senza intenzione (scherzi dell’Es e più prossimi i due al Surrealismo), Deleouze Guattari remixano Marinetti, il futurismo artistico e sociale o futuribile, fino al cyberpunk e alla VR (realtà virtuale) all’epoca in provetta.

E l’equazione fantastica arte-macchina-computer-robot-politica, da Newton ad Einstein...a Marinetti e Majakowskij è programmata attraverso la scrittura dai “nuovi filosofi”: sospensione e amplificazione, accelerazione e simulazione, come spezzettare nella fisica del cuore l’atomo classico, l’Es o gli elettroni, l’infinito piccolo o grande; anno zero della creazione artistica e avanguardistica, ordigno ora cyber pre-destinato alla rivoluzione sociale.

E non è forse il futurismo... eretica, rivoluzionaria, radicale macchina d’arte desiderante, danzante, retroverifica sperimentale, fin dal “flusso” vocabolario, corpi, cellule, numeri e parole in libertà, “l’universo è il nostro vocabolario”? In particolare, Deleouze e Guattari sorvolano con squisitezza microfisica e pure neobergsoniana il volto schizoide del desiderio nell’era cibernetica, alienante ma ricca di promesse, secondo Nietzsche, inquietante e fatale, frattale e bellissimo bellicoso simulacro, secondo Baudrillard, schizofrenica secondo Marcuse e certa psocoanalisi, terapeutica e solare nella nuova eresia europea dello stesso Alain de Benoist.

E non oscillano spesso i grandi artisti... tra un un cosiddetto polo schizorivoluzionario e quello paranoide-reazionario, gioco o vortice folle, ipernaturale, quantico e contradditorio del desiderio? E non sono evidenti in Marinetti nei profetici e geniali “Al di là del comunismo”, “Democrazia futurista” e “Artecrazia” (ecc.) - e in tutto il futurismo - tali apparenti contraddizioni, ambiguità politiche sopravvalutate, in quanto e al contrario desiderabili e dis-integrabili, poiché Artisti con la A maiuscola e ultravitale?

Quel che scrissero e testimoniano nei fatti artistici e no... Marinetti e i futuristi (e Majakowskij e i futuristi russi) rivela paradossi e creatività trasparenti e spesso ineguagliati, irriducibili a qualsiasi bisturi morale, ideologico o accademico.

Erotico, eretico e eroico lo Stile di Marinetti, del futurismo e della grande stagione all’inferno delle avanguardie storiche: il futurismo, nello specifico, vettore desiderante schizorivoluzionario, anzichè reazionario-paranoico (ma con sguardi postcomunisti e postfascisti!), macchina astratta post-politica e ciberpolitica d’anticipazione. E recentemente suonano assai curiosi, in Italia, i discutibili conflitti - dal punto di vista metapolitico - tra i cosiddetti due poli politici, “progressista” e “per la libertà”.

Un’utopia antiutopica, invece, la corrente rivoluzione elettronica, simultaneamente neofuturista e robotica, figlia in provetta non dell’archeopolitica, ma della scienza e dell’arte già “quantiche” del XXI secolo nascente, innestata nel mondo computer, reale e virtuale: dal tecnorinascimento misconosciuto delle avanguardie del primo novecento (soprattutto) e dal futurismo, necessaria memoria artistica della Rivoluzione.

Fioriranno i Figli del Computer?

http://futurismo2009.myblog.it/archive/2009/03/18/guerra-roberto-la-poetica-di-internet.html

http://www.youtube.com/watch?v=gFgR--pJh6o VIDEO

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