PRIMI FONTANAZZI... PER LA GIUNTA TAGLIANI
Sulla questione del trasferimento delle analisi dell’acqua di Po a Sasso Marconi, imposta ai ferraresi da Hera, Tagliani replica a Tavolazzi spiegando “che l’Assemblea dei soci Hera, nella quale il Comune di Ferrara partecipa con la quota del 2,4%, ha solo funzioni di indirizzo ma certo non può ingerirsi nelle decisioni organizzative interne". "Quello che il sindaco ha fatto – ha continuato Tagliani – è di verificare con ATO 6 se tale decisione violi il contratto di servizio tra la stessa ATO ed Hera, il che è risultato negativo.”
In sostanza il sindaco accusa il Consigliere d’opposizione di cercare il pelo nell’uovo. Sa quel dice lo scaltro sindaco dato che, al posto della gallina che ci dovrebbe essere, l’uovo gliel’ha messo proprio lui, vendendo ad Hera quello che apparteneva solo alla città e ai suoi cittadini presenti e soprattutto futuri. Ed è solo lui che, impassibile, non si indigna per contratti di servizio così intelligenti da permettere l’allentamento della vigilanza sulla presa d’acqua più ricca in Italia di sostanze aliene, trovando ammissibile che sia una “decisione organizzativa interna”. Occorre una solida inventiva collaborazionista per giustificare la perdita del laboratorio analisi in cambio della promessa “di verificare, insieme all’Ausl, che la qualità dell’acqua potabile bevuta dai cittadini ferraresi e non solo, sia ottima, pronti a sanzionare ogni inversione su questo piano con decise azioni sanzionatorie.”. Come dire: se qualcuno si sentirà poco bene, cercheremo di far multa all’Hera. Ci aspetta un futuro gravido d’insidie legali. Bevendo acqua di rubinetto cattiva sarà meglio far conto di niente: accuserebbero sicuramente i nostri bicchieri di essere sporchi.
“Tavolazzi è ancora in campagna elettorale”, accusa il Tagliani. In effetti, è una supposizione da non prendere sottogamba: l’abbiamo davvero un nuovo sindaco?
Paolo Giardini