LA BELLA UTOPIA VERDE

VERDI.jpgDA ESTENSE COM QUOTIDIANO ON LINE DI FERRARA

Ferrara come la Città del Sole

Il nome rievoca lo scritto del filosofo Tommaso Campanella, ma la speranza dei Verdi di Ferrara è che questa volta l'utopia di una società ideale rimanga solo sulla carta. Si chiama la “Città del sole” la bozza di programma del partito degli ecologisti che sarà oggetto di confronto con le forze associative, sindacali ed economiche della città.

Una bozza costruita per ordine alfabetico di priorità e per fasi di realizzazione, che abbracciano il breve, il medio e il lungo periodo. Con un sottotitolo fondamentale: “uscire dalla crisi”.


Su questo punto le proposte verdi che vanno da oggi ai prossimi mesi dicono a gran voce che “la crisi non la devono pagare le parti più deboli della società – spiega la presidente provinciale Barbara Diolaiti -; per questo sono necessarie misure che estendano la protezione sociale e iniziative a difesa dei posti di lavoro”.

Nel concreto i Verdi chiedono una moratoria affinché a nessun utente vengano interrotte forniture essenziali (acqua, elettricità, gas, telefono) perché non è in grado di pagare le bollette. “E' necessario inoltre agire sulle tariffe – prosegue Diolaiti – introducendo criteri a favore dei redditi più bassi”. I posti di lavoro, poi, vanno difesi “anche agendo sull'accesso al credito per le imprese, in particolare quelle piccole, i cui lavoratori non hanno nemmeno la cassa integrazione. Occorre sostenere le imprese che non licenziano e la cui produzione sia legata all'innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale”.


Per quanto riguarda invece il medio periodo la ricetta è quella di “costruire una società più resistente”. Come? “Riducendo il campo di azione del mercato – è la risposta dei verdi -, per mettere al riparo la più grande parte possibile degli aspetti che hanno a che fare con la vita delle persone dai rischi insiti in tutto ciò che ha come fine la realizzazione di un profitto”. Per perseguire questo obiettivo “è necessario agire sulle funzioni pubbliche, ma, al tempo stesso, è indispensabile difendere, rivitalizzare e riscoprire, se necessario, le strutture e le forme di cooperazione sociale (ad es. gli orti sociali, le fontane pubbliche, le biblioteche (ora anche emeroteche, videoteche, ecc.), i musei, il verde pubblico. Vanno promossi gli scambi non mercantili sia relativi al tempo e alle competenze (banche del tempo formali e non formali), sia relativi ai beni (prestito, scambio, mercatini del riuso). Accorciare le filiere, per un'economia più solida in quanto più centrata sul mercato interno alla comunità”. La logica della filiera corta poi può essere applicata anche all’ambito della produzione industriale. Come per l'energia: “Il fabbisogno energetico di una famiglia – spiega Diolaiti - può essere soddisfatto tramite l'acquisto di energia, nelle varie forme, a condizioni date di efficienza energetica dell'abitazione e dei diversi apparati”.

Serve inoltre investire nelle opere pubbliche, ma non in tutte: “non ha senso – puntualizzano i Verdi - investire in strade e autostrade, semmai in ferrovie ed idrovie. Oltre a queste, le fonti energetiche rinnovabili, l'edilizia scolastica e sanitaria, le reti idriche, la manutenzione del territorio, potrebbero essere gli interventi principali di un "New Deal verde", in grado non solo di rispondere alle esigenze contingenti, ma di guardare realmente al futuro”.


E a proposito di futuro, vengono infine le proposte per il lungo periodo. Che si chiamano istruzione, ricerca e cultura: “devono rappresentare – conclude la presidente provinciale - il vero investimento per il futuro. Se si vuole pensare ad un mondo nuovo è necessario porre al centro dell'attenzione la conoscenza e le forme della sua socializzazione”.


Un accenno va poi al tema delle alleanze, “fresco” della rottura ormai pressoché certa tra Pd e Prc. “Chiediamo a tutte le forze di avere senso di responsabilità – interviene Barbara Diolaiti -; ognuno dica cosa vuole e si finisca questo balletto in cui l’uno sembra aspettare che sia l’altro a dire di no per primo”.

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http://www.youtube.com/watch?v=46got5Dj-T0  FILMATO JEREMY RIFKIN