L'INCONGRUENZA DEGLI INTELLETTUALI OVVERO ZEUS ACCECA CHI VUOLE PERDERE

Era appena caduto il muro di Berlino. Il direttore di Cuore pubblicava un articolo di Fortini - come sempre semi-comprensibile - sulla necessità della lotta per il comunismo. Oggi Serra si professa un fan della democrazia vecchia maniera (i diritti, i doveri, il bilanciamento dei poteri, l'habeas corpus eccetera), e non trova che questa vecchia maniera goda di buona salute. E quello che sostiene lo potrebbe sostenere qualsiasi liberale, ancorché stravagante come certi populisti improvvisati dell'ultima ora. In fondo si continuano a dire le stesse cose e il contrario di esse come se si scrivesse ancora articoli dal 1930 al 1955, senza fare i conti con la storia che cambia e che continua a cambiare ad onta di ideologie stantie e perdenti. l'unica nostalgia che si deve avere è per lo smarrito senso critico, per l'incapacità della gioventù, soprattutto, ma anche delle classi politiche, imbevute di ignoranza globale "crassa et supina" (e l'ignoranza è la notte dell'intelligenza), di saper riflettere, di assimilare idee e valutarle, magari confrontandosi con altri in un serio dibattito culturale, politico ed etico. Certo i governati non sono migliori dei governanti, essendo tutti formati della stessa pasta. Il problema è che lo stesso mito della gente è un mito perdente. Tramite l'idea pedagogica della politica si è aperta la strada alla tabula rasa della conoscenza, cioè dell'assoluta incapacità di apprendere, in una sorta di ricerca stupida e oziosa dei surrogati della conoscenza. Ciò che si vede si condivide, ma non si condivide ciò che si pensa. E non si pensa più. Siamo di fronte alla sciatteria eretta di sistema con conseguenze lacrimevoli sulla sorte dell'umanità, aprendo la via al settarismo e al fanatismo.
Casalino Pierluigi