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fonte SPACE RENAISSANCE
*ADRIANO AUTINO
Quello dell'intelligenza artificiale è un argomento di portata talmente ampia che non ci si può limitare a considerazioni legate ai ritorni di investimento, effetti sull'occupazione, o altri aspetti meramente economici. Il tema investe la dimensione filosofica a più lungo termine, prova ne sia che due grandi protagonisti della scena industriale contemporanea, come Mark Zuckerberg ed Elon Musk, proprio su questo terreno si sono recentemente confrontati.
Iniziando con le considerazioni più generali, l'Intelligenza Artificiale (IA) fa parte degli sviluppi tecnico-scientifici cosiddetti GRAIN (Genetics, Robotics, Artificial Intelligence, and Nanotechnology), tutti molto promettenti, ma che, come ho già scritto più volte in passato, ed anche nel mio ultimo libro "Un mondo più grande è possibile!", di cui riporto qui un passo, hanno tutti un grave handicap. "L'economia terrestre è ormai fallita, le Industrie terrestri non possono più crescere né svilupparsi oltre. L'ulteriore sviluppo della scienza terrestre nel mondo chiuso potrà fare miracoli, come sempre, ma il loro effetto sarà di breve durata, conferendo alla civiltà forse pochi anni di apparente ripresa dalla crisi. La caduta successiva sarà peggio, se il mondo dovesse restare chiuso. In mancanza di spazio lo stesso sviluppo tecnologico potrà imboccare strade involutive, tendenti a deprimere l'iniziativa, la creatività e lo spirito di avventura che da sempre caratterizza la nostra specie. Infatti, in un contesto di fabbisogni energetici mortificati dalla scarsità di risorse, il sistema non potrà che tendere alla staticità, all'immobilismo fisico e quindi culturale, all'equilibrio, forse, ma l'equilibrio della vecchiaia e della morte. Da tempo le forze che fiancheggiano la prematura estinzione della nostra civiltà tentano di "educarci" ad una maggiore stanzialità, a limitare i viaggi. Lo stesso termine "navigazione in rete" appare particolarmente odioso, in questa prospettiva, addirittura patetico, in quanto suggerisce di abbandonare le velleità dell'esplorazione, in favore di una comoda poltrona davanti allo schermo televisivo, dove possiamo fruire di suoni ed immagini di terre lontane, o addirittura di altri pianeti… Suoni ed immagini ripresi da professionisti dell'esplorazione, meglio se mediante ausilii completamente robotici. Tutta la "cultura" (se così la vogliamo chiamare) del Ventunesimo Secolo ci suggerisce che ogni cosa è meglio lasciarla fare ai professionisti, e diventare sempre più dei consumatori, tenuti in poltrona, all'ingrasso, fisico e mentale. Salvo che poi il giochetto non funziona, perché l'economia ne risulta terribilmente depressa, i mercati diminuiscono, e tutto rischia di finire molto più velocemente di quanto gli strateghi del cosiddetto "soft landing" avessero previsto, tramutandosi presto in "hard landing". Si dimostra così una volta di più che la pretesa di aver compreso a fondo i meccanismi dell'economia, ed ancor più, l'illusione di poter agire su tali processi come se si avesse a che fare con un sistema totalmente deterministico e controllabile, sia una delle tante false metafisiche, con le quali la nostra civiltà si fa del male, e questa volta rischia di causare un crash irrecuperabile." Da queste poche righe si comprende già quale sia il mio pensiero, a proposito dello sviluppo delle IA, alle quali non sono affatto contrario, in linea di principio, purchè siano al servizio degli umani, e non in senso lato. Vale a dire che i civili possano usufruirne così come oggi utilizzano i personal computer, i tablet ed i telefoni portatili. Usufruirne come degli strumenti, avendone cioè il completo controllo, ed avendo la piena libertà di attivarne o disattivarne ogni singola funzione. Quindi, tanto per capirci, auspico un controllo molto maggiore di quello che abbiamo oggi su telefoni e computer, dove è sempre meno l'utente a decidere quali applicazioni installare, quale grado di autonomia devono avere, e quanto il sistema deve essere aperto ad interventi esterni.....
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