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Menzogna e ipocrisia nel tempo della mediocrità "modernista"

 
 

Di PIERFRANCO BRUNI




Menzogna e ipocrisia sono legami inscindibili. Solo gli uomini che pongono al centro la propria dignità il proprio onore la propria coerenza se ne fottono perché non conoscono la menzogna e tanti meno la ipocrisia.
Perché? Semplice. Hanno il coraggio di dire ciò che pensano. Sempre. Non sono in vendita. Sono ingombranti. Diventano pericolosi perché non hanno mai paura di esprimere ciò che pensano.
Non accettano i compromessi perché non conoscono la genuflessione. Sono uomini veri. Non voglio parafrasare Sciascia. Non sono trasformista per un piatto di lenticchie. Ed è proprio vero però che gli uomini, a volte, (o spesso) raccontano bugie pensando che restino, le bugie, nella nicchia di un tempo insondabile e mai rivelabile.
Forse si illudono.
O forse credono che la bugia si possa trasformare in favola o fiaba. E poi sono convinti che verranno depositate nel precipitato del dimenticato.
La bugia non può essere mai considerata stanza nel palazzo della follia. La follia ha intelligenza. La bugia è il gradino del cretino. Occorre convivere con la verità.
Attenzione.
La verità non ha furbizie. Ma rende sempre liberi come ha insegnato San Paolo. Ci permette di non lasciarci aggredire dall'ira. Di viverci nella pazienza. Di sapere ascoltare con indulgenza e di capire e comprendere. Mai giustificare.
Comprendere non è giustificare. È saper conoscere. O meglio ci permette di abitare la conoscenza. A volte la conoscenza diventa saggezza. Con il tempo. A volte diventa un sapere dell'anima. Leggendo lo sguardo. Ma tutto è condizionato.
A volte! Questo "A volte" bisognerebbe strapazzarlo sino a raccoglierlo in "spesso" sino ad arrivare ad anteporre il mai al sempre.
Il gioco in fondo è tra questi concetti che non eludono mai la visione della bugia e della verità.
Gli uomini a volte sono dei falsari.
Spesso cercano il centro. Mai si credono soddisfatti. Sempre vorrebbero uccidere il tempo. Ma gli orizzonti della fine sono le vere sentinelle.
Cosa ci sarà dopo la notte che non ha ombre o sfumature di luce? Ho avuto grandi maestri. Folli e veri. Mai a condizione di. Fregatene sempre del giudizio di chi vuole confrontarsi.
Mi diceva sempre Francesco Grisi. Non hai bisogno di confronti. Tu devi sempre considerarti unico. Perché il tuo testimonarti nella vita ti ha reso unico e sublime. Non giudicare. Fottetene. I mediocri restano sempre tali. Hanno bisogno di citazioni. Tu no perché sei tu stesso il testimone e il protagonista.
Mentre Alberto Bevilacqua mi ha insegnato che la vita si vive tra il mistero e i dettagli. Non bisogna mai trascurare i dettagli. Gli amori hanno senso fino a quando vieni amato altrimenti non amare. Bevilacqua.
E poi l'altro maestro è stato mio padre. Accogli tutto con la pazienza e prima di parlare fai in modo che chiedano e conta le tredici luce e cerca di pronunciare sempre una parola in meno e non in più.
Menzogne e bugie come un sortilegio letterario. Pesa il tempo. Portalo con te il tempo. Cerca di non farti mai portare oltre il tempo.
Esisteranno sempre gli invidiosi i pressapochismo i banali gli imitatori i falsi. La falsità esiste ma non ti tocca. Dignità lealtà onore coerenza nobiltà. Sono i tuoi percorsi lungo la via dello sciamano.



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