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IN ESCLUSIVA SOLO PER ASINOROSSO/C’è sempre un tempo che unisce l’Occidente con l’Oriente. Bisogna salvare la coscienza e la spiritualità dei nostri viaggiatori Di Pierfranco Bruni

 

Date: Wed, 29 Jun 2016 16:05:01 +0200
From: csrbruni@alice.it
To: astronave3000@hotmail.it
Subject: IN ESCLUSIVA SOLO PER ASINOROSSO/C'è sempre un tempo che unisce l'Occidente con l'Oriente. Bisogna salvare la coscienza e la spiritualità dei nostri viaggiatori Di Pierfranco Bruni

C'è sempre un tempo che unisce l'Occidente con l'Oriente.
Bisogna salvare la coscienza e la spiritualità dei nostri viaggiatori

Di Pierfranco Bruni


Abbiamo il compito di salvare. La salvezza è un concetto dell'anima e si aggroviglia alla nostra fisicità, al nostro corpo. Abbiamo il compito salvifico. Non dobbiamo salvare soltanto noi stessi. Dobbiamo salvare chi ci sta accanto, chi è distante, chi non ha più parole per noi, chi vive di intemperanze, chi vi guarda nella disubbidienza divina. Non siamo tutti essere uguali. Nessun fatto accade senza uno scopo. A volte ci si abitua alle persone. È questo non è un bene.
L'abitudine svia il vero cammino. Si sta accanto per amore. Per amore si ama. Non per abitudine. Siamo destinati e nulla si può spezzare. Mi è stato chiesto alcuni giorni fa in un mio incontro: Dove andiamo quando non ci siamo più? Ho risposto, senza cedere alle tentazioni che vivono dentro di me e senza discutere sulle mie non convinzioni o mie fedi e non attrazioni sacre, che: Si va nel vento perché il vento ci condurrà dove sono i nostri desideri. Se la vita è un viaggio imprevedibile io che non sono un Angelo posso solo dire che quando non ci siamo più nella vita visibile diventando invisibili abbiamo la possibilità di essere ancora più presenti. Poi saremo salvati. Bisogna crederci. Vorrei poterci credere.
Ma cosa c'è oltre il mistero. Il mistero vive lungo le nostre vie inseparabile dall'amore che si custodisce nei nostri cuori. Se fossimo destinati a diventare stelle danzeremmo (Nietzsche e D'Annunzio) nel vento, senza alcuna reticenza, cercheremmo di afferrare ciò che non può essere afferrato: il mistero. Non si coglie il mistero. Si raccolgono i segreti che possono essere svelati per una verità forse non necessaria.
Ci sono mattini che tocco immediatamente l'alba e la vedo sorgere timidamente come se facesse tentativi per cominciare a sfogliare i suoi spazi. Anche noi siamo fatti di spazio perché nel tempo viviamo. C'è un tempo occidentale che conosce soltanto la necessità dell'orologio e si avverte subito sin da quando il primo caffè è pronto. C'è un tempo che si percepisce abitando gli Orienti ed ha la sua pazienza la sua azione il suo camminare. La metafora dell'Oriente è una metafora che ci spinge oltre lo spazio del tempo stesso. Ma non solo è una metafora. Ci sono percezioni che non si riescono a capire anche oltre averle vissute.
La nostra vita resta, comunque, una vita irrituale. Conoscerla è obbligatorio. Il resto è tutto imprevedibile. O forse scontato. Se fossimo destinati a diventare stelle non so cosa accadrebbe. Ma il mistero ci salvaguarda dai segreti. O viceversa? La vita è Grazia ma è anche un doloroso scendere nel gorgo che può avere silenzio e può avere voci. Io vivo di voci che hanno distanze e ancoraggi in quelle vele che bisogna "spiegare" per superare tutti i giorni il deserto e andare oltre.
Il ricordo non esiste. Esiste la memoria. Noi siamo fatti di memoria. Santa Teresa d'Avila è nel mio cammino con il suo Palazzo. Penetrare il Palazzo è non perdere e non essere perduti. Io non vivo di ciò che ho perché ho. Vivo degli Amori che non ci sono più. La vita è una straordinaria avventura. Mai illudersi di governarla fino in fondo. Restiamo sempre dentro il cavo di una conchiglia.
Ci sono gli echi che riportano i dettagli del tempo e il mistero che sfoglia le pagine dei giorni. Mai rassegnarsi. Sempre restare con lo sguardo attento. Il nemico non arriva soltanto dal deserto.  Mi ascolto. Ho nostalgia. Di tutto ho nostalgia. Ma non traduciamola con il rimpianto. In questi miei anni ho incontrato sorrisi e imbecilli. La vita è saper vivere entrambi i sentieri con serenità e separare la grandezza dalla miseria. L'ho sempre fatto. Ho scelto perché sono libero da qualsiasi condizionamento sia esso filosofico letterario teologico esistenziale ideologico.
La bellezza sta qui. Regalare sorrisi è viverti nella pienezza della misericordia vera. Non ho maschere e tanto meno recite da compiere. Ho amato tanto. Non mi interessa se sono stato ricambiato. L'amore non è mai un mercato o una merce di scambio. Regalare sorrisi è sedersi sempre accanto alla Illuminazione e cercare di attraversare le serenità.
Lungo il cammino farò altri incontri. Perderò ciò che è necessario perdere e vivrò sempre senza compromessi. Come credo sia stata la mia vita. Non ho verità da difendere con la spada dei Proci. Ma cerco ancora di capire il lancio dell'arco di Ulisse. Ci sono santi razionali e teologali e ci sono i mistici e gli eretici che portano la santità nel cuore. Il sorriso appartiene a quest'ultimi. Il resto è mediocrità. Il resto è miseria. Io vado avanti con la dignità di mio padre e lo sguardo di mia madre. C'è sempre un tempo che unisce l'Occidente con l'Oriente nella spiritualità dei cammini. Il cammino dei Santi resta comunque sempre un cammino mistico. Ci resta sempre un compito fondamentale. Bisogna salvare la coscienza e la spiritualità dei nostri viaggiatori


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