Russia di ieri e di oggi.

Dal momento in cui la Polonia divenne il bersaglio immediato
dell'ostilità tedesca, la Russia si trovò immediatamente ed
automaticamente trasformata per la Germania in un possibile neutrale,
se non addirittura in un alleato. Né i russi erano diventati
importanti solo per la Germania: ogni potenza europea doveva fare i
conti con loro. Fu questo un evento che segnò l'inizio di una nuova
epoca, al pari di quanto sta avvenendo oggi con la crisi siriana e
dell'Isis, dopo un periodo di quarantena della Russia di Putin a causa
della questione ucraina. L'anno 1939 vide lo scoppio della seconda
guerra mondiale; ma in una prospettiva più lunga può darsi che
quell'anno appaia anche più significativo in quanto vide il ritorno
della Russia sovietica al ruolo di grande potenza, per la prima volta
dopo il 1917. La Russia, oggi come allora, d'altronde, ha una storia e
sa leggere il proprio passato, a differenza dell'America che non ha un
vero passato e nemmeno forse sa leggerlo, essendo proiettata solo
verso il futuro.La Russia sovietica dopo la rivoluzione bolscevica si
era presentata spesso come un problema: il comunismo internazionale
era stato un pericolo politico, almeno potenzialmente: ma la Russia
sovietica, sorta dalle ceneri dell'impero zarista, non aveva mai più
contato come grande potenza. Quando Litvinov avanzava una proposta
alla Società delle Nazioni, aveva tutta l'aria di provenisse da un
altro pianeta. Le potenze occidentali non si erano mai prospettata
chiaramente una collaborazione con la Russia sovietica, nonostante il
patto franco-sovietico; e durante la crisi ceca del 1938 né gli
occidentali, né i tedeschi si aspettavano un intervento russo. La
Russia sovietica pareva infinitamente lontana, sia perché l'Europa
aveva decretato contro di lei un "cordone sanitario", sia perché
esistevano con esse lunghe tradizioni storiche diverse e sia, infine,
perché la Russia era considerata a tutti gli effetti lontana,
enigmatica ed estranea. Mosca era tagliata fuori e se voleva agire lo
doveva fare dall'esterno, al pari degli USA e del Giappone. Tutto
questo cambiò, una volta chiamata in causa la Polonia. L'Europa (e
l'Occidente in genere) era arrivata alle soglie della Russia. Le
piacesse o no, la Russia era ridiventata una potenza europea e quindi
si apprestava a ridiventare anche una potenza mondiale dopo i disastri
delle sue esperienze internazionali del 1905 e quelli del 1917-1920.
Tutti si chiesero quale parte avrebbe avuto la Russia ora che era
tornata nel concerto delle grandi nazioni, anche la analoga domanda si
posero gli stessi russi. Qualcuno, come gli inglesi, credettero di
continuare a trattare la Russia come una potenza minore, cercando di
mantenerla nel suo isolamento. E ad un tempo anche i russi ritenevano
giunto il momento di voltare le spalle all'Europa quando l'avessero
voluto. In questo frangente i tedeschi avevano un vantaggio: avevano
cioè una specie di precedente in Rapallo (il Rapallo-Gheist, per cui
vedi anche i miei articoli sull'argomento sul web) e nella susseguente
amicizia tedesco-sovietica. Ma i tempi erano cambiati: a Rapallo due
potenze sconfitte piene di apprensioni avevano convenuto di non farsi
mettere l'una contro l'altra e ciò dava scarse indicazioni circa i
possibili rapporti tra Berlino e Mosca che erano ormai le potenze più
grandi del Vecchio Continente. Hitler ancora una volta si accontentò
di mettere la sordina all'anticomunismo, il cui posto fu preso
dall'antisemitismo, mentre soltanto i francesi, forse, erano convinti
di dover concludere un'alleanza militare tra la Russia sovietica e le
potenze occidentali (qualcosa di simile ha chiesto Hollande a Putin in
questi giorni di fronte alla minaccia terroristica). I francesi,
infatti, non nutrivano alcuna fiducia in Hitler e non avevano pertanto
alcun timore, dopo tanta ostilità verso i sovietici, che un alleanza
con Mosca avrebbe potuto provocare la Germania. Il resto è noto e gli
sviluppi del dopo 1939 portarono sul seri la Russia a ricoprire un
ruolo mondiale.
Casalino Pierluigi, 27.11.205