IL LATO OSCURO DELLA VITA

Ha detto Rilke che che "noi viviamo per dire sempre addio", ma solo
così viviamo. E questa nostra inarrestabile bilancia tra la memoria e
l'oblio è psicologicamente molto vitale, molto più vitale di
un'esistenza fedelmente annodata ad un ossessivo ricordo. Non a caso,
l'eroe moderno più esemplare di questa tirannide della memoria è
proprio il principe Amleto, che consegna all'impotenza la sua vita
mentre la consacra ad un unico ricordo nel celebre dialogo con sé
stesso che resta uno dei capolavori non solo dell'arte shakespeariana.
Ricordare troppo, infatti, rientra tra le più amare resistenze
inconsce al fluire della vita. Ma è evidente che il troppo dimenticato
può diventare distruttivo. L'oblio, insomma, non è solo qualcosa che
fa svanire tutto quanto proviene dal lato oscuro dell'esistenza umana,
tanto più che ci sono fasi della vita in cui l'io è talmente immerso
in quel versante oscuro, che dimenticarsi di esso equivarrebbe a
tradire la propria verità, perdendo non soltanto il ricordo dei propri
mali, ma anche la possibilità di assumere quei mali come parti
legittime della propria identità e come presupposti di individuazione.
Casalino Pierluigi, 26.11.2015