Il cosmo è, per sua natura, avvolto da un alone di mistero, quasi
esoterico, che lo conduce, nell'immaginario comune, distante anni luce
dal nostro quotidiano, lontano verso limiti senza fine, e pur
indefiniti, nell'incurvarsi dell'universo su sé stesso nel momento in
cui si espande verso ignoti destini spazio-temporali. Quando, nelle
terse notti stellate, lo sguardo si rivolge alla Luna o agli oggetti
più remoti, quali pianeti, altri soli e ammassi stellari, molti
coniugano questi momenti di rara suggestione, che si manifestano in un
contesto naturale così favorevole, con la seduzione di questi luoghi
italiani. Se questa è l'immagine notturna che si presenta a noi in
questo angolo di mondo, per analogia si può riferire tale immagine a
quella della psiche umana, con quel modello aristotelico della psiche.
Un modello che con quel suo ignorare il non-tempo da cui nascono i
sogni e i miti, con la sua netta distinzione tra un futuro atteso, un
presente percepito e un passato fatto oggetto di memoria, appaga in
noi dei bisogni di confine e di certezza. Così si manifesta a noi,
dunque, il Bel Paese, nonostante le sue ombre, nonostante i suoi
limiti. E l'idea che la mente umana possa isolare un presente fatto di
oggetti indenni e non segnati da ciò che fu né da ciò che diviene, si
lega a stento all'esperienza. Ogni presente, pertanto, è colmo di
passato e di futuro e poiché sono colmi di presente, ogni nostra
immagine, anche quella dell'Italia, muta impercettibilmente, come
l'acqua del suo mare, che risale in gocce di vapore, finché a un
tratto ci accorgiamo della pioggia che batte sopra il tetto della
casa. Presi noi stessi in questa metamorfosi segreta, ma al tempo
stesso vinti dall'illusione di essere al centro di un'identità
costante, siamo naturalmente portati a ripartire immagini e pensieri
assegnandolo ordinatamente a una delle tre dimensioni temporali. Ma vi
sono dei momenti in cui presenza e memoria stanno fianco a fianco di
fronte alla coscienza sicché il pensiero o l'immagine veduta creano
simultaneamente l'esperienza di un ricordo, di un'attesa e di un
presente. In questa metamorfosi segreta si compie il destino dello
Stivale, un destino che evoca quella "felicità mentale" cui tende
Dante e con lui gli spiriti magni del Medioevo latino e del primo
Arabismo classico. Nel riflettere su questo cogliere l'Italia, su
questo senso del suo essere e del suo divenire, ci lasciamo alle
spalle le difficoltà dell'attuale congiuntura. Un'Italia che sembra
rivivere anche nella sua evanescenza, nella sua incompiuta identità.
Nelle sue incredibili capacità di risollevarsi anche nell'attuale
tempesta, nelle sue mai sopite speranze di essere finalmente sé
stessa. Di essere qualcosa di transumano.
Casalino Pierluigi, lontano dall'Italia, 3.11.2015
esoterico, che lo conduce, nell'immaginario comune, distante anni luce
dal nostro quotidiano, lontano verso limiti senza fine, e pur
indefiniti, nell'incurvarsi dell'universo su sé stesso nel momento in
cui si espande verso ignoti destini spazio-temporali. Quando, nelle
terse notti stellate, lo sguardo si rivolge alla Luna o agli oggetti
più remoti, quali pianeti, altri soli e ammassi stellari, molti
coniugano questi momenti di rara suggestione, che si manifestano in un
contesto naturale così favorevole, con la seduzione di questi luoghi
italiani. Se questa è l'immagine notturna che si presenta a noi in
questo angolo di mondo, per analogia si può riferire tale immagine a
quella della psiche umana, con quel modello aristotelico della psiche.
Un modello che con quel suo ignorare il non-tempo da cui nascono i
sogni e i miti, con la sua netta distinzione tra un futuro atteso, un
presente percepito e un passato fatto oggetto di memoria, appaga in
noi dei bisogni di confine e di certezza. Così si manifesta a noi,
dunque, il Bel Paese, nonostante le sue ombre, nonostante i suoi
limiti. E l'idea che la mente umana possa isolare un presente fatto di
oggetti indenni e non segnati da ciò che fu né da ciò che diviene, si
lega a stento all'esperienza. Ogni presente, pertanto, è colmo di
passato e di futuro e poiché sono colmi di presente, ogni nostra
immagine, anche quella dell'Italia, muta impercettibilmente, come
l'acqua del suo mare, che risale in gocce di vapore, finché a un
tratto ci accorgiamo della pioggia che batte sopra il tetto della
casa. Presi noi stessi in questa metamorfosi segreta, ma al tempo
stesso vinti dall'illusione di essere al centro di un'identità
costante, siamo naturalmente portati a ripartire immagini e pensieri
assegnandolo ordinatamente a una delle tre dimensioni temporali. Ma vi
sono dei momenti in cui presenza e memoria stanno fianco a fianco di
fronte alla coscienza sicché il pensiero o l'immagine veduta creano
simultaneamente l'esperienza di un ricordo, di un'attesa e di un
presente. In questa metamorfosi segreta si compie il destino dello
Stivale, un destino che evoca quella "felicità mentale" cui tende
Dante e con lui gli spiriti magni del Medioevo latino e del primo
Arabismo classico. Nel riflettere su questo cogliere l'Italia, su
questo senso del suo essere e del suo divenire, ci lasciamo alle
spalle le difficoltà dell'attuale congiuntura. Un'Italia che sembra
rivivere anche nella sua evanescenza, nella sua incompiuta identità.
Nelle sue incredibili capacità di risollevarsi anche nell'attuale
tempesta, nelle sue mai sopite speranze di essere finalmente sé
stessa. Di essere qualcosa di transumano.
Casalino Pierluigi, lontano dall'Italia, 3.11.2015