* "Poema futuristico "La messa bianca" slancio marinettiano. Viva Marinetti! viva la poesia!" P.M. *
Non temere, bambino mio, sono colei che desideri!
Da me accecato, non mi riconoscevi!
Più di una volta, inattesa, sono venuta a chiamarti
la morte ti spaventava, la morte, la fuggivi.
Le passioni carnali ci separavano allora.
Lo sguardo inchiodato alle cose terrestri,
non eri pronto per la comunione santa,
non potevi essere meravigliato da me.
Puoi tu essere colei che con un dardo avido
trapassava i prigionieri nelle prigioni del tempo.
Le tue carezze mi sembravano dei pugnali
e gli occhi della paura hanno deformato il mio volto.
Perché sei venuta da me sotto l'apparenza
di un mostro cieco con la bocca di morto?
Bimbo, così vedesti la maestà della morte,
attraverso lo sguardo del terrore, tutto a te sembrava odioso.
Il mio volto radioso, il mio volto di luce
non puoi conoscerlo, non puoi adorarlo
che rinunciando alla vita terrestre,
che con il puro amore che sgorga verso di me.
Nel tempio della tua anima, dolcezza consonante,
sono i sogni alati che cantano il cielo,
la delizia dell'unione, la carezza cantante
nell'accordo felice delle voci confuse.
La tua rinuncia alla porpora del mondo
in te ha risvegliato me, tua fidanzata.
Conosci dunque tutte le gioie dell'azzurro del cielo
ti rivelerò i misteri del fuoco.
O Vergine purissima, dolcezza sognata
concedimi di unirmi a te in amore perfetto.
Amico dolcissimo, il cammino delle prove non è terminato
il tuo peccato non è espiato, i tuoi abiti sono tinti di sangue.
Devi andartene verso i fratelli in pericolo,
donare la tua anima per il servizio degli uomini,
prepararli a ricevere la sofferenza,
cadere come vittima e così conquistare la beatitudine.
Ai richiami segreti dell'anima tua
porgi orecchio e affrettati
a portare il messaggio celeste
a coloro che periscono.
Insegna loro
ciò che ha dissipato le tenebre
ciò che hai appreso da me
dell'inizio degli inizi
che nella sofferenza è la luce
e nella luce la risposta
questa risposta che io sono,
luce di un'altra esistenza.
Di' loro che noi siamo tutti
nella luce dell'aurora,
che nel lontano colore di perla
brillano i cristalli
affinché verso la coppa di fuoco
tutti affluiscano, maledicendo
la potenza cieca delle passioni
i loro pericolosi tranelli.
Che ciascuno al fondo della coppa
trovi il cristallo,
che lo lavi con le sue lacrime
per esser pronto
a ricevere la grazia
e ad elevarmi un tempio
dove tu ed io
il giorno del giudizio,
all'ora dei miracoli d'amore
nella danza degli astri
cadenti dai cieli,
saremo introdotti.
La tenera visione si dissolve nella bruma
che la circonda. Di nuovo cade il velo
di nuovo è solo, steso nel deserto
ma non è più lo stesso: nella sua anima, la primavera.
Verso gli uomini si slancia, rinnovato dalla sofferenza,
ad insegnar loro ciò che li attende nel cammino
la conoscenza e l'amore gli danno ali
li salverà dalla schiavitù delle passioni.
Disceso dal cielo
sono il dio dei miracoli d'amore,
venuto in questo mondo
non per insegnare, ma per carezzare
lo sciame delle anime alate
colui che le conosce le chiama al festino.
Sono risposta ad ogni sete,
dono il fiorire,
non il giogo della verità,
la libertà viene verso di voi.
Sono l'affermazione che tutto vivifica,
sono la negazione che tutto crea.
Disperdetevi, fiorite,
prendete il vostro volo verso le altezze,
festeggiate la vittoria sugli elementi
con una danza sacra,
nella bellezza delle gerarchie,
nell'inesprimibile bellezza.
La danza è la causa prima.
E il padrone veridico del giudizio
unirà tutto in un'unica
e luminosa sovranità!
Il più chiaro è vicino al cuore,
ciò che è oscuro sta più in basso.
Colui che osa sul divino volto nascosto
volgere lo sguardo,
che questo sia benedetto, se si slancia,
per lui, i sentieri sono aperti.
Sono l'ultimo compimento
la beatitudine della rivelazione,
il diamante di tutti gli astri,
sono libertà, sono estasi!
Nasciamo nel soffio del vento,
svegliamoci al cielo
mescoliamo i nostri sentimenti in un'unica onda!
E nello sfavillìo sontuoso
dell'ultimo fiorire
appartendendo l'uno all'altro
nella denudata bellezza
delle anime infuocate
scompariamo…
dissolviamoci…
PaoloMelandri
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