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Poema urfuturistico "La messa bianca" di Paolo Melandri



* "Poema futuristico "La messa bianca" slancio marinettiano. Viva Marinetti! viva la poesia!"  P.M. *


 
Non temere, bambino mio, sono colei che desideri!

Da me accecato, non mi riconoscevi!

Più di una volta, inattesa, sono venuta a chiamarti

la morte ti spaventava, la morte, la fuggivi.



Le passioni carnali ci separavano allora.

Lo sguardo inchiodato alle cose terrestri,

non eri pronto per la comunione santa,

non potevi essere meravigliato da me.



Puoi tu essere colei che con un dardo avido

trapassava i prigionieri nelle prigioni del tempo.

Le tue carezze mi sembravano dei pugnali

e gli occhi della paura hanno deformato il mio volto.



Perché sei venuta da me sotto l'apparenza

di un mostro cieco con la bocca di morto?

Bimbo, così vedesti la maestà della morte,

attraverso lo sguardo del terrore, tutto a te sembrava odioso.



Il mio volto radioso, il mio volto di luce

non puoi conoscerlo, non puoi adorarlo

che rinunciando alla vita terrestre,

che con il puro amore che sgorga verso di me.



Nel tempio della tua anima, dolcezza consonante,

sono i sogni alati che cantano il cielo,

la delizia dell'unione, la carezza cantante

nell'accordo felice delle voci confuse.



La tua rinuncia alla porpora del mondo

in te ha risvegliato me, tua fidanzata.

Conosci dunque tutte le gioie dell'azzurro del cielo

ti rivelerò i misteri del fuoco.



O Vergine purissima, dolcezza sognata

concedimi di unirmi a te in amore perfetto.

Amico dolcissimo, il cammino delle prove non è terminato

il tuo peccato non è espiato, i tuoi abiti sono tinti di sangue.



Devi andartene verso i fratelli in pericolo,

donare la tua anima per il servizio degli uomini,

prepararli a ricevere la sofferenza,

cadere come vittima e così conquistare la beatitudine.



Ai richiami segreti dell'anima tua

porgi orecchio e affrettati

a portare il messaggio celeste

a coloro che periscono.



Insegna loro

ciò che ha dissipato le tenebre

ciò che hai appreso da me

dell'inizio degli inizi

che nella sofferenza è la luce

e nella luce la risposta

questa risposta che io sono,

luce di un'altra esistenza.

Di' loro che noi siamo tutti

nella luce dell'aurora,

che nel lontano colore di perla

brillano i cristalli

affinché verso la coppa di fuoco

tutti affluiscano, maledicendo

la potenza cieca delle passioni

i loro pericolosi tranelli.

Che ciascuno al fondo della coppa

trovi il cristallo,

che lo lavi con le sue lacrime

per esser pronto

a ricevere la grazia

e ad elevarmi un tempio

dove tu ed io

il giorno del giudizio,

all'ora dei miracoli d'amore

nella danza degli astri

cadenti dai cieli,

saremo introdotti.



La tenera visione si dissolve nella bruma

che la circonda. Di nuovo cade il velo

di nuovo è solo, steso nel deserto

ma non è più lo stesso: nella sua anima, la primavera.



Verso gli uomini si slancia, rinnovato dalla sofferenza,

ad insegnar loro ciò che li attende nel cammino

la conoscenza e l'amore gli danno ali

li salverà dalla schiavitù delle passioni.



Disceso dal cielo

sono il dio dei miracoli d'amore,

venuto in questo mondo

non per insegnare, ma per carezzare

lo sciame delle anime alate

colui che le conosce le chiama al festino.

Sono risposta ad ogni sete,

dono il fiorire,

non il giogo della verità,

la libertà viene verso di voi.



Sono l'affermazione che tutto vivifica,

sono la negazione che tutto crea.



Disperdetevi, fiorite,

prendete il vostro volo verso le altezze,

festeggiate la vittoria sugli elementi

con una danza sacra,

nella bellezza delle gerarchie,

nell'inesprimibile bellezza.



La danza è la causa prima.

E il padrone veridico del giudizio

unirà tutto in un'unica

e luminosa sovranità!



Il più chiaro è vicino al cuore,

ciò che è oscuro sta più in basso.

Colui che osa sul divino volto nascosto

volgere lo sguardo,

che questo sia benedetto, se si slancia,

per lui, i sentieri sono aperti.



Sono l'ultimo compimento

la beatitudine della rivelazione,

il diamante di tutti gli astri,



sono libertà, sono estasi!



Nasciamo nel soffio del vento,

svegliamoci al cielo

mescoliamo i nostri sentimenti in un'unica onda!



E nello sfavillìo sontuoso

dell'ultimo fiorire

appartendendo l'uno all'altro

nella denudata bellezza

delle anime infuocate

scompariamo…

dissolviamoci…

PaoloMelandri


URFUTURISMO WIKIPEDIA



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