Non si è Cristiani se si diventa pavidi di fronte alle intolleranze islamiche. Con un atto forte e coraggioso Pierfranco Bruni ha invitato i Cristiani a non nascondersi e a difendere i valori di senso della cristianità della profezia

 

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Non si è Cristiani se si diventa pavidi di fronte alle intolleranze islamiche. Con un atto forte e coraggioso PIERFRANCO BRUNI  ha invitato i Cristiani a non nascondersi e a difendere i valori di senso della cristianità della profezia

 

 

Oltre il Premio alla Cultura Scanno che ha visto una ampia partecipazione e ha sviluppato un vasto dibattito intorno alle problematiche socio-culturali della contemporaneità l'Appello che Pierfranco Bruni ha lanciato in difesa dei valori della Cristianità e della Tradizione ha toccato i punti nodali delle questioni internazionali che restano aperte nell'incontro – conflitto tra Occidente ed Oriente.

 

Bruni nella sua relazione, presentando il libro del Direttore di Rai Vaticano, Massimo Milone, dal titolo "Pronto? Sono Francesco" (Libreria Editrice Vaticana), ha sviluppato un vero e proprio monito etico, morale e religioso chiamando in causa l'accusa di "islamofobia" rivolta a Magdi Cristiano Allam.

 

L'Appello di Bruni è stato definito forte e coraggioso e illustrando il percorso del testo si è più volte domandato e ha lasciato, come riflessione, al pubblico presente che numeroso ha seguito il dibattito, la seguente domanda: "Dove va la Chiesa? Dove va Papa Francesco?". Ed ha aggiunto che "Mi pare che si leggono ormai due strade precise: quella del potere dettato da regole teologiche alle quali fa capo la Chiesa  e quella profetica e mistica la quale è brillantemente rappresentato da Papa Francesco. Con coraggio Papa Francesco, ha detto Bruni, va in Albania e in Armenia testimoniando la profezia cristiana ed è un segno tangibile che c'è una Chiesa teologale e una Chiesa profezia".

 

Bruni, citando la sfida di Magdi Cristiano Allam sui valori di senso e di orizzonte, ha sostenuto che: "Non è tempo di giustificare, spiegare, usare linguaggi teologali, ma è tempo di coraggio. Abbiamo bisogno di coraggio e di tradizione per dare un senso anche ai linguaggi che usiamo".

 

Un intervento, quello di Bruni, che ha scosso le coscienze ed ha invitato tutti i cristiani ad abbracciare la testimonianza dei martiri e difendere il Cristo delle piazze, della Croce e della Passione, oltre le ipocrisie.

 

"Non c'è bisogno e non è più tempo di confrontarsi con i musulmani. Abbiamo bisogno, ha aggiunto Bruni, di gridare che siamo Cristiani e in quanto tali non bisogna avere paure per testimoniansi, perché soltanto chi vive può testimoniansi. Non è più tempo di raccogliere soltanto le esperienze degli Orienti. È tempo invece di restare Occidentali che difendono una civiltà che è quella vissuta da Benedetto XVI".

 

Proprio per questo, ha concluso Bruni, bisogna saper leggere quel processo religioso che inizia con il Discorso di Benedetto XVI a Ratisbona e arriva sino al Discorso di Papa Francesco a Lampedusa. Un itinerario di fede ma anche di profezie incrociate. Siamo Cristiani e dobbiamo difendere la cristianità dei territori e degli uomini. Non si è Cristiani se si è pavidi".