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Ferrara per Renzi e Richetti contro il clan Errani

Ad aspettarlo c'è anche il segretario provinciale Paolo Calvano, bonacciniano che non ha però voluto rinunciare a salutare il candidato super-renziano prima di andare a giocare a calcio. E con lui, ai tavolini esterni del bar Nazionale, due ex presidenti della Provincia come Dall'Acqua e Siconolfi, due sindaci come Eric Zaghini (Berra) e Angela Poltronieri (Mirabello), oltre che ovviamente l'altro super-renziano, l'assessore Luigi Marattin. In vista del 28 settembre, l'apparato a sostegno finisce qui.
Stamani dunque prima uscita pubblica ferrarese da candidato alle primarie per Matteo Richetti, accolto da almeno una sessantina di semplici cittadini per un caffè. Nel nostro territorio, i suoi supporters hanno raccolto per lui 600 firme, "il 50% in più dell'obiettivo che ci eravamo dati, che era di 400", ricorda Zaghini.
Lui, il quarantenne di Sassuolo già presidente dell'Assemblea legislativa regionale e dall'anno scorso deputato, esordisce dicendo di non essersi candidato "per rispondere a un'ambizione personale, ma per togliere le ganasce anche alla nostra Regione". Finora è andata bene, ma bisogna voltare pagina o – direbbero loro – cambiare verso. "Quella di Errani (oggi ospite alla Festa dell'Unità Nazionale sull'Ambiente di Pontelagoscuro, ndr) è stata un'esperienza importante, se glielo chiedete i cittadini emiliano-romagnoli vi dicono che la nostra è una Regione amministrata bene. Eppure, anche qui è ora di aggiornare: noi non ci candidiamo contro nessuno, ma perché crescono le persone che pronunciano una frase che non vorremmo sentire". La frase è 'Ci rinuncio'. "Ci sono imprenditori che rinunciano a investire – enumera il candidato – e giovani che rinunciano alla formazione o a cercare un lavoro. Oramai non siamo neanche più nella fase dell'incazzatura, ma in quella della rinuncia, tipo: la mia vita, il mio lavoro, la mia impresa prescindono da voi". Dove 'voi', ovviamente, sono tutti i politici e tutti gli amministratori. Lui, Richetti, rivendica di avercela messa tutta per non dare alla gente troppi motivi per odiare la famosa casta. "Quando sono entrato in Consiglio regionale era previsto un vitalizio per gli ex consiglieri, e ne sono uscito senza. Non per un atto di eroismo, ma perché un vitalizio per otto anni di Regione è una vergogna". Da lì a rivendicare l'attacco al presidente del Cadf Silvio Stricchi – senza nominarlo – il passo è breve: "sì, mi sono permesso di far polemica con chi guadagna 240mila euro facendo il presidente di un consorzio idrico".
Ma lui, da presidente della Regione, cosa farebbe? "Nessuno spot – garantisce innanzitutto –: non daremo un euro in più alle imprese, cercheremo di chiedergliene uno in meno. Daremo loro meno risorse, ma la certificazione e la ricerca le faranno da sole, e se con la ricerca creeranno un posto di lavoro in più, noi chiederemo meno Irap. Sul turismo cambieremo paradigma: non possiamo più permetterci che i nostri turisti siano due tedeschi e la famiglia, dobbiamo essere un punto di riferimento, la Regione più ospitale del mondo, quella con le città più belle".
Una militante però insiste: quali saranno i primi tre provvedimenti? Il deputato non si sottrae: "il primo sarà fissare un termine di 60 giorni entro i quali tutte le richieste e le pratiche tra cittadini, famiglie, imprese da una parte e Regione dall'altra dovranno essere risolte, il secondo sarà ridurre del 10% l'Irap a chi crea posti di lavoro, il terzo intervenire sulla sanità e il sociale spostando le risorse dall'amministrazione alla cura".
Richetti dovrà comunque fare i conti con un Pd che si è schierato – per lo meno nei suoi vertici – quasi tutto dall'altra parte, e che teme possa far passare sotto traccia queste primarie. "Non so se il partito farà un lavoro capillare per far sapere che si vota – è il suo sospetto –, a volte le cose non vanno esattamente in questo modo… Il fatto che siano tutti dall'altra parte comunque non mi preoccupa, non mi interessa: io ho l'ambizione di dire che il Pd è anche qui – ha concluso in corso Martiri tra gli applausi –, anzi: è soprattutto qui. Qui c'è il Pd del 40%, e ai nostri competitors stiamo facendo un favore: quello di non far disperdere nemmeno una goccia di passione".

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