Futurologia (2.0): il Festival delle Storie

Un mondo liquido, instabile, in cui molti dei sogni su un futuro dalle sorti radiose e progressive, covati dal Novecento, annegano. Oppure semplicemente restano a galleggiare senza capitani capaci di ritrovare gli alisei che li spingano verso la rotta giusta.
 
Ecco che allora diventano fondamentali tutti coloro che nell'instabile che caratterizza il post-moderno sono capaci di fissare punti fermi. O almeno di segnalare rotte, percorsi. Potremmo definire queste persone «cartografi del presente». Il loro compito è orientarci, tenere assieme la Pop art e la Nike di Samotracia, Marinetti e Paperino, evitare che il bosone di Higgs viva per sempre in un universo parallelo separato da quello di milioni di fedeli che recitano la Sunna, o di fan che si agitano al ritmo di Lady Gaga. E il loro è ovviamente un lavoro non facile in un epoca dove l'umanità ha sempre l'impressione di guardarsi in uno specchio rotto. Si vedono dettagli infiniti e mai quadri di insieme. Infinite storie e mai la Storia. Alcuni di questi intellettuali capaci di dettare la rotta, sono universalmente noti.
Basti pensare allo stesso Zygmunt Bauman a cui dobbiamo la definizione di liquidità, o a scrittori come David Foster Wallace, che non per niente è stato definito un «Émile Zola post-millennio». In altri casi è necessario andarli a cercare. Rintracciare i nocchieri prima di imbarcarsi per il viaggio Ecco perché quest'anno al Festival delle Storie (23-31 agosto), in Valle di Comino, ci sarà una giornata (sabato 24) intitolata proprio «Il Cartografo». Abbiamo parlato con alcuni dei relatori per anticipare lo sforzo che faranno per disegnare la planimetria del presente. Ad esempio Gianluca Franzoni, geniale imprenditore del cacao che ha creato la Domori (azienda che produce cioccolati sublimi): «Nell'imprenditoria più che dei personaggi di riferimento esistono delle idee di riferimento. La prima deve essere la valorizzazione di una materia prima. Per me è il cacao, ma può essere anche un'altra. Il secondo concetto guida è il miglioramento del prodotto giorno per giorno. L'orientamento produttivo di molti Paesi è dettato dal marketing, non dovrebbe essere così».
Invece Stefano Mazzotti, naturalista, direttore di museo e vero esploratore ci racconta così i cartografi della scienza: «Sono coloro che cercano ancora la biodiversità. Una volta il plus valore era il rischio, ora invece conta mantenere il gusto della scoperta. Ci sono poi grandi scienziati che nonostante la frammentazione culturale di oggi riescono a creare grandi sintesi. A me vengono in mente il creatore del concetto di biodiversità e della sociobiologia, Edward Wilson, oppure Richard Dawkins, un grande divulgatore. Certo la scienza fatica di più rispetto ad altre discipline a raggiungere il pubblico... è un territorio meno esplorato».... C
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/ecco-mappa-delle-idee-orientarsi-nel-presente-944419.html