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Venezia: dal futurismo ai multipli

 

 

Un'immagine della mostra curata da Celant; spicca nella vetrina la Venere di Man Ray

Alla Fondazione Prada Celant
propone 600 opere

Fiorella Minervino
venezia

Dalla torre d’avorio al tuffo nella massa, l’arte alla portata di tutti: è l’eterno sogno degli artisti di diventare popolari, ma attraverso la moltiplicazione. La replica come mezzo di trasmissione di valori estetico-sociali ha dominato il secolo scorso fino agli Anni ’70. Per realizzare questa illusione in un inedito rapporto con l’ industria e le nuove tecniche di distribuzione di massa e produzione seriale, gli artisti hanno impiegano ogni mezzo: giornali, libri, abiti, arredi, design, radio, Tv, film. Armato di un’antica conoscenza del fenomeno, lancia in resta Germano Celant affronta, con l’aiuto di 600 oggetti e opere, un dialogo serrato, coinvolgente che si inserisce fra vetrine e sale nei due piani del sontuoso palazzo.

Il critico passa in rassegna i movimenti del XX secolo, legando oggetti, opere che hanno abbandonato l’unicità, in un seducente viaggio che si sviluppa per affinità e rinvii nell’epoca che Walter Benjamin definì «della riproducibilita tecnica». Ci si trova così immersi fra miriadi di abiti multicolori, servizi da tè e caffè, fra montagne di giubbotti, panciotti dalle forme innovative, tessuti a linee geometriche, foto, fiori di legno, mobili, scacchiere, mani rimontate a scultura come le grottesche dentiere, se non scatole che racchiudono escrementi umani, o rifiuti da strada, piuttosto che le slitte da neve o i variopinti cibi conservati.

Il discorso non può che partire dal nostro Futurismo, proiettato al mondo a venire; nel 1909 Marinetti affidò il manifesto del Movimento a un giornale, Le Figaro, mentre Balla e Depero si sforzavano di inserire le loro creazioni nell’ industria ideando abiti, tazzine o camerette da bambini. Inoltre I futuristi aggiunsero la comunicazione come pratica mediatica: e l’artista si ritrovò intellettuale, filosofo, pedagogo nell’universo da ricostruire. Procedendo fra Suprematismo e Costruttivismo, con Malevich, Tatlin, El Lissitzky e le Avanguaride russe la società fu coinvolta per intero, dall’ urbanistica alla calzatura... C

http://www3.lastampa.it/arte/sezioni/segnalazioni/articolo/lstp/465977/

 

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