La Bologna underground di Valerio Zekkini futurista postcontemporaneo *VIDEO



Nella storica Bologna Alternativa, non solo ad esempio Wu Ming, Luther Blisset, Bifo, certa area editoriale tipo Pendragon e Argo, oltre ai classici Dalla e Guccini, certamente link tutt'oggi tra i più creativi di certa controcultura contemporanea.
Da diversi anni, meno noto per questioni anche ideologiche, ma celeberrimo e quasi di nicchia e cult, spicca l'azione futurista postcontemporanea di Valerio Zekkini (al secolo Zecchini) e i suoi PCCORP, Postcontemporary (o Postcontemporanei).
Zekkini: saggista e poeta d'avanguardia, diversi libri all'attivo, l'ultimo (Patriottismo Psichedelico) proprio per Pendagron, performer e musicista appunto con l'electroband sopraindicata, autore anche ai limiti di certa poesia sonora elettronica, come evidente tra l'altro nel suo remix musicale con i PCCORP proprio del Manifesto futurista di Marinetti, dall'artista cantato declamato con rara efficacia.
Oltre a certa profondità analitica, originale e controcorrente, Zekkini, come accennato è robot da palcoscenico: proprio in questi giorni l'ha confermato a Bologna, conferenza e presentazione di Manzotin Mantra, ultimo cd dell'electroband, come ben evidenziato da La Repubblica:
"Il flusso magnetico emanato dalla barbarie verbale e sonica creerà una atmosfera di catarsi cosmica…..Il Collettivismo del benessere e della felciità del Villaggio della salute più di Monterenzio", alcuni dei postcontemporanei aforismo futurismi lapidari dell'artista futurista bolognese.
Naturalmente anche per il centenario Zekkini, con Rosso Trevi e altri tra i principali promotori della continuità futurista post1944, è già stato protagonista, con conferenze e performance in tutta Italia, tra cui quella del centenario futurista di Ferrara, in cui ha presentato anche uno dei suoi iconoclastici ed eretici videoclip, Funerale per Berlusconi, spiegandolo quasi in antitesi al titolo apparentemente irriverente e prevedibile idoelogicamente.
Proprio tale video, stile Zekkini come altri, con forti venature anche neodadaiste, è forse una password per captare con le gisute antenne la poetica di Zekkini, la sua originalità rispetto all'underground italiano del nostro tempo. Outsider rispetto a certe sovrastrutture ancora politicamente trasparenti di certo underground overground, Zekkini e con i PCCORP, è quasi la versione elettronica dei ben noti ex CCCP, precursori di certa tecnocultura anarchica post centri sociali.
In Zekkini, peraltro, proprio per la coscienza e il substrato futurista del progetto, il suo cyberpunk all'italiana appare più davvero postcontmporaneo: disincantato, leggero, imprevedibile, senza certe zavorre: ad esempio, fin dal titolo Manzotin Mantra è già un icona significante e irriducibile. Oppure, proprio a Bologna, certi lussi d'avanguardia, tipo recitare Carducci e Foscolo (a modo suo) travestito da pellegrino islamico in preghiera seduto sul classico tappeto maomettano, certamente non è un'apologia, ma provocazione ben più prossima ai versetti satanici di un Rusdhie.
Semplicemente potente e programmatico, infine il suo Manifesto per Futurismo 100, su Marinetti e il futurismo oggi, con la chicca, da Zekkini comunicata ai media probabilmente per primo della scoperta del celebe manifesto edito in Italia su un quotidiano emiliano il 5 2 1909, anteprima persa dalla memoria storica, anziché il 20 Febbraio su Le Figaro a Parigi….

Controcultura SuperEva (2009) * di R. Guerra

http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2009/08/valerio-zekkini-e-i-postcontemporanei-bologna-overground