Quaz Art intervista il postfuturista ferrarese Maurizio Ganzaroli by Alessio Brugnoli



Cos’è un compagno di viaggio? Una persona che incontri per caso e con cui trascorri un’esperienza, una scoperta di se stessi e del mondo che ci circonda.
Con Maurizio abbiamo condiviso tante sperimentazioni, da cui abbiamo tratto esiti e considerazioni differenti.
Nonostante però le nostre strade siano diverse, continuo ad ammirare il suo continuo rimettersi in discussione e la sua visione del mondo che coniuga ampiezza e profondità.
Così, cogliendo l’occasione di una sua nuova mostra a Ferrara, ne ho approfittato per due chiacchiere.

Ciao Maurizio, chi sei ? Come ti descriveresti ad un estraneo?

Ciao Alessio, chi sono? È un po’ complesso forse descriversi, poiché io spazio molto nelle mie forme d’arte che nascono fin da quando ero bambino, e questo ha creato una mia personalità particolare, sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni, in costante movimento e mutazione.
Mi descriverei come un assetato continuo di stimoli artistici e culturali.

Com’è vivere e creare a Ferrara? C’è ancora il fermento culturale di diversi anni fa, oppure si è addormentata come città?

Devo dire che la città purtroppo è già parecchio che tende ad addormentarsi, perché l’arte come qualsiasi cosa che cresce deve essere alimentata come fosse una cosa viva, sia in chi la fa che in chi la deve apprezzare.
È bello che ci siano eventi particolari, o qualche grande mostra ogni tanto, ma non è così che si fa, secondo me, a far girare le persone, ed accrescere il loro interesse per l’arte.

Una grande mostra o un grande evento, che ovviamente non può che essere 2 o tre volte l’anno quando è tanto, richiama tanta gente, ma poi il flusso finisce con la fine dell’evento e rimane un grosso vuoto.
Secondo me tanti piccoli eventi, rendono più partecipi le persone, e fanno girare anche la parte economica che è quella che permette di realizzare i grandi eventi.

Ferrara è una città che va continuamente spronata se si vuole che si muova, e nell’aspetto artistico se non c’è movimento è tutto perduto.
 
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