Paolo Ruffilli in "Futurismo per la Nuova Umanità" (Armando Editore)


 Il neofuturista ferrarese Roberto (o Roby Guerra) ha appena edito per la prestigiosa Armando di Roma (specializzata nelle scienze sociali e universitaria) Futurismo per la Nuova Umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia. Opera programmatica che colma certa lacuna della letteratura critica sul futurismo, considerato dalla maggior parte dei critici esperienza dell'avanguardia italiana conclusa fin dalla scomparsa di Marinetti, fondatore nel 1909 del Futurismo. Guerra al contrario intende dimostrarne certa sua continuità, avalatto appunto da un editore di indubbio peso, almeno in chiave postfuturista. Per un nuovo futurismo aggiornato ai nostri tempi, oggi all'era di Internet. Da Futurismo Oggi (Roma) di Enzo Benedetto, Antonio Fiore e Vitaldo Conte all'ala culturale futuribile di Riccardo Campa, Stefano Vaj (Milano); ai nativi digitali netfuturisti di Antonio Saccoccio o connettivisti science fiction di Sandro Battisti ; al celebre Graziano Cecchini RossoTrevi (Roma), l'uomo della Fontana Rossa di Trevi e altri blitz futuristici); allo stesso postcontemporaneo, performer e musicista postpunk Valerio Zekkini (Bologna), l'urfuturista Sandro Giovannini, il futurista logico Giovanni Tuzet, il videomaker Alessandro Amaducci..
Nello specifico del volume da segnalare anche un capitolo tributo al celebre scrittore Paolo Ruffilli, ultimo forse esponente di certa neovanguardia letteraria «storica" (la generazione di... Sanguineti, Zanzotto, Luzi, Eco... Spatola...). Un estratto:

  

*cover Marco Lodola.


"....Una sorta di Paroliberismo futuristico innestato da Ruffilli con "calcolo inconscio" neopitagorico e... musico-matematico (anche collaborazioni futuristiche, dal celebre aeropoeta Tullio Crali al futurismo contemporaneo). Pagine e versi specifici zoomati su ardui temi psicosociali particolari quali tossicodipendenza e carcere, metafore in Ruffilli per accendere sempre più nel XXI secolo, la Libertà come estetica e poetica dell'esistenza, concreta, vissuta; o universali, l'amore, im-possibile, im-prevedibile, enigma che forse domanda persino vite ulteriori per de-cifrarlo..

E il tutto, la cifra di Ruffilli, squisitamente in minuscolo o nanoletterario: esito di certa peculiare "tecnepoetica", il ritmo quasi minimal di spogliare consonanti e vocali per suonare i colori infiniti tra zero e uno, mix di versi oltre le 7 note immaginarie...."