Il sindaco Matteo Renzi- rott-amiamo il 2011! Appuntamento al 2012 x la sinistra nuova e giovane del XXI secolo in Italia!

Enews 332, giovedì 28 dicembre 2011
Ultima enews del 2011. Ricordo le regole del gioco. Chi vuole cancellarsi dai destinatari deve solo farmelo sapere via email: sindaco@comune.fi.it Tutti i suggerimenti, le idee, i consigli, le critiche sono per me utilissime: non riesco a rispondere personalmente a tutti, ma leggo ogni vostra riflessione. E per me questo filo diretto costituisce un’oasi di riflessione molto importante. Grazie!

 

1. Il 2011 è stato l’anno della crisi economica? Sì, certo. Ma vorrei che non ci restasse solo nella mente la parola magica di questi mesi, spread. Dobbiamo lavorare per uscire dalle sabbie mobili dell’incertezza finanziaria, è vero: segnalo a questo proposito, tra i tanti, due articoli interessanti di queste ore, Luigi Zingales sul Sole 24 ore e Romano Prodi su Repubblica. Ma vorrei che non sottovalutassimo la domanda di libertà e di democrazia che cresce in tutto il mondo e che porta un settimanale come Time a dedicare la copertina di uomo dell’anno a “The protester”. Ed è un messaggio che realmente può smuovere le coscienze dei cittadini globali. Nessuna ipocrisia, né finto ottimismo. Il cammino è ancora lungo e incerto, lo sappiamo. Non importa accendere la tv e vedere le immagini che suonano semicomiche dei funerali nordcoreani: basta verificare ciò che drammaticamente accade ogni giorno in Siria o in Egitto per rendersi conto che siamo ancora in mezzo al guado. Ma quando soffia un venticello di libertà, siamo tutti più ricchi. Siamo tutti più umani…

 

2. Non entro, per il momento, nel merito delle questioni economiche del Governo Monti. E' una fase delicata e tutti dobbiamo dare una mano. C’è un punto, però, che mi inquieta molto. Sono preoccupato per l’aumento delle tasse sulle famiglie. Gli italiani hanno sempre meno soldi in tasca, poche chiacchiere: è così. Si tira la cinghia e non è un caso se la domanda interna è ferma, immobile. In questo contesto l’ulteriore aumento della pressione fiscale su chi già paga le tasse rischia di essere un problema drammatico. Faccio l’esempio della Toscana. Per coprire le spese sulla sanità – come nelle altre regioni – il Governo ha aumentato l’addizionale IRPEF regionale dallo 0,9 all’1,23 per tutti, nessuno escluso. Solo a Firenze, per capirci, sono più di venti milioni di euro che vanno dalle tasche della gente alle spese regionali. A questo va aggiunto l’ulteriore aumento dell’IRPEF, sempre lei, per chi dichiara più di 75.000 euro, che si vedrà praticamente raddoppiata l’addizionale rispetto allo scorso anno. Come Comune di Firenze abbiamo pensato a un bilancio totalmente diverso. Tassiamo di più le seconde case, specie quelle sfitte: cosa c’è di più odioso che vivere di rendita? Teniamo l’aliquota IMU prima casa ferma al dato base nazionale, abbassandola dunque rispetto alla vecchia ICI fiorentina (prima era lo 0,6%, adesso diventa lo 0,4%). E abbassiamo di un terzo l’addizionale comunale IRPEF. Un piccolo segnale, in controtendenza rispetto a chi utilizza la leva fiscale solo per alzare le percentuali. Noi risparmieremo (abbiamo già iniziato sia con provvedimenti simbolici dimezzando, per esempio, il numero degli assessori, cancellando le auto blu e prevedendo dal 2012 solo le auto verdi, quelle elettriche sia con quelli più gestionali: contiamo di dimezzare le spese per gli affitti esterni, giusto per fare un esempio banale). Colpiremo la rendita. E manterremo i livelli di servizi sociali senza toccare l’IRPEF. Anzi abbassandola. Perché l’aumento di tasse oggi, specie di quelle sulle persone fisiche, rischia di essere letale per la solidità economica delle nostre famiglie. Io penso che ormai siamo giunti a un livello in cui bisogna smettere di alzare le tasse. Quando ero in Provincia, abbiamo abbassato l’IPT: abbiamo dimostrato che si poteva fare e l’abbiamo fatto. Adesso in Comune abbassiamo l’IRPEF. Ma quelle del Comune di Firenze sono noccioline. Spero che a livello nazionale non siano sordi al grido di dolore delle famiglie italiane…

 

 

3. Tempo di bilanci non solo economici, come sempre a fine dicembre. Non voglio farvi l’elenco tradizionale ma solo condividere la mia gratitudine per la pazienza che avete dimostrato camminando fianco a fianco in questo periodo così intenso. Vale sia per gli appuntamenti ormai tradizionali: il capodanno in piazza, il 14 febbraio con le nozze d’oro, il calcio storico, San Giovanni, i Cento Luoghi, le demolizioni (l’anno scorso è toccato alla pensilina della stazione, quest’anno al Pratellino, il prossimo anno al muro esterno del Meccanotessile). Ma vale anche per la pedonalizzazione di Tornabuoni e di Pitti, dopo quella del Duomo. Vale per le inaugurazioni dai Campini della Fiorentina al Canile, dalla Terza Corsia al Parco della Musica, dai nuovi Uffizi fino alla sede di Polimoda, dal caffè letterario alle Murate fino all’Hard Rock Cafe, dalla Bob Kennedy Foundation fino al Museo Gucci. Vale per le battaglie difficili, da San Lorenzo che deve tornare ad essere suolo pubblico e non privato, anche se contrastare le rendite ultradecennali non è facile fino alla questione Ataf (bene le nuove paline e la maggiore puntualità del passato, ma o si cambiano le regole del gioco o quell’azienda non ha futuro: è finito il tempo del “tanto paga pantalone”). Vale per i progetti a lungo termine, dal piano strutturale a volumi zero finalmente approvato fino alla battaglia del progetto David sulla sicurezza stradale. E l’elenco potrebbe continuare dalle buche coperte o dai cassonetti interrati fino alle grandi sfide della sostenibilità o dei convegni dei sindaci di tutto il mondo. Il 2012 ci vedrà all’opera su tante partite, a partire da un gigantesco investimento sui parcheggi e sull’innovazione applicata alla quotidianità. Ma sarà anche essenzialmente un anno in cui provare a dimostrare che la cultura è fonte di arricchimento personale ma anche di sviluppo economico. Ne parleremo meglio nella prossima enews…

 

 

Pensierino della sera: Nella cerimonia degli auguri in Palazzo Vecchio ho scherzosamente ricordato che il 2012 è considerato l’anno della fine del mondo, l’anno dei Maya. E ho citato una frase che amo molto e che dice più o meno così: “Non aver paura che la tua vita possa finire. Abbi paura piuttosto che la tua vita possa non cominciare davvero.” Ho augurato ai fiorentini di vivere il 2012 non all’insegna della paura, ma del cambiamento, del ricominciare, del mettersi in gioco. La frase mi è tornata in mente il giorno dopo quando sono andato all’ospedalino pediatrico Meyer, come tutti gli anni. Con Paolo Bacciotti, anima della fondazione dedicata a suo figlio Tommasino, ho visitato i bimbi ospiti di oncoematologia. Vi garantisco che pochi incontri fanno crescere come una chiacchierata con i ragazzini malati di tumore. E verso la fine della visita un’infermiera mi ha mostrato colui che mi è stato presentato come la mascotte del Meyer. Si chiama Mario, è nato 7 mesi fa. La madre si voleva procurare, da sola, un aborto ben oltre il limite di legge. Il bimbo è nato vivo. Prematuro, ovvio. Ma vivo. È stato rianimato a Siena e adesso la sua casa è al Meyer. Il suo corpicino tutto intubato mi ha commosso, ovviamente. Ma Mario combatte, lotta e ce la farà. I giornalisti dicono che se una notizia è buona, non è una notizia. Vi confesso, però, che iniziare l’anno con una buona notizia è tutta un’altra cosa. Buon anno a tutti voi, allora. E buon anno anche al fiorentino più tenace che ci sia: buon anno, piccolo Mario!

 

 

Un sorriso e appuntamento al 2012!

Matteo

 

PS. Quest’anno a Firenze tante piazze in festa per il capodanno. Finanziato dagli sponsor – non dai soldi del bilancio comunale – animeremo Piazza Stazione con Caparezza e Brunori SAS, Piazza della Signoria con la musica classica del Maestro Lanzetta, Piazza della Repubblica con Les Italiens; Piazza Santissima Annunziata con il Gospel. Il tutto sarà gratis. Ci sono poi tante feste a pagamento, come è ovvio: segnalo quella, bellissima, del nuovo Teatro dell’Opera con un programma intenso e molto bello. È molto bello festeggiare l’anno nuovo insieme. Magari possiamo sperare in un atteggiamento di civiltà da parte di chi di solito spacca le bottiglie in piazza? Non è poi così difficile essere civili...