Mafia a Ferrara?: lo strano caso del Dottor Palazzo Specchi e Mr. Kona



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INFILTRAZIONI MAFIOSE A FERRARA

E' quanto emerge dal dossier sulle mafie in Emilia Romagna presentato a Bologna. Piccole e medie imprese attirano le cosche

 

Strategia dell’occultamento, dell’inabissamento, del mimetismo: non a caso si continua a parlare di “Mafia invisibile”, al Nord. Ma è ora di prendere atto che non esistono territori immuni e che i tentativi di infiltrazione mafiosa procedono di pari passo con le grandi occasioni di affari. E la criminalità organizzata si è da tempo insediata anche in Emilia-Romagna, indirizzandosi su settori assai redditizi, e più aderenti alle caratteristiche delle nuove generazioni di mafiosi; negli ultimi anni la vocazione imprenditoriale della criminalità organizzata riesce a realizzarsi sul territorio attraverso un tasso di violenza marginale, privilegiando forme di accordo e collaborazione con settori della politica, dell’imprenditoria e della Pubblica amministrazione. E’ quanto emerge dal dossier sulle mafie in Emilia-Romagna (“Mafie senza confini, noi senza paura”), realizzato da Libera Informazione su impulso dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e presentato oggi a Bologna in un convegno nella sede dell’Assemblea regionale. Ben 192 pagine che forniscono la mappa completa della presenza delle cosche – ‘Ndrangheta, Camorra, Cosa nostra – nelle province (nessun territorio ne è immune) e numeri che dicono tutto: 8.500 commercianti vittime dell’usura, 2 mila di estorsione, 1.250 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette arrivate alla banca d’Italia nel primo semetsre del 2011.

 

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