ANSIA, ATTACCHI DI PANICO, FOBIE SPECIFICHE ED "AIKU-TERAPIA"*
di Zairo Ferrante tratto da
http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/09/26/poesia-multiuso.html
L’ansia (da angère “stringere) è un disturbo molto diffuso.
A tutti è capitato almeno una volta nel corso della vita di sperimentare fisiologicamente tale “sentimento” di fronte ad una situazione nuova, relativamente difficile e personalmente inusuale.
La condizione patologica, a differenza di quella appena descritta, sembra essere dotata di una propria autonomia, manifestandosi apparentemente senza nessun motivo.
Inoltre la sua manifestazione patologica è di solito molto pronunciata, limitando l’esistenza ed interferendo normalmente con le normali attività quotidiane.
Si calcola che il disturbo ansioso insorge come sintomo unico ed intorno al quale si articolano vere è proprie costellazioni sindromiche, con una prevalenza, nell’arco della vita, del 30,5% nelle donne e del 19,2% negli uomini.
Il DSM IV include nella classificazione dei disturbi d’ansia, insieme ad altre categorie, anche: gli attacchi di panico, l’agorafobia, la fobia specifica ed il disturbo ossessivo compulsivo.
L’attacco di panico viene di solito descritto come un episodio transitorio (di solito 20-30 minuti), in cui il soggetto sperimenta una sensazione di catastrofe imminente con paura di “imapazzire”o di perdere il controllo e che può associarsi all’agorafobia, in cui la condizione ansiosa si associa ai luoghi aperti.
La fobia specifica, invece, è rappresentata dalla paura intensa nei confronti di cose o situazioni che nella normalità non racchiudono nessun pericolo.
Infine, il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di pensieri, impulsi o immagini coatti (ossessioni) in grado di generare ansia; a cui seguono comportamenti o azioni mentali incoercibili che sembrano alleviarla (compulsioni), creando un circolo vizioso in cui ossessioni e compulsioni si susseguono andando ad influenzare non poco la vita di chi ne è affetto.1
Molte sono state le terapie proposte ed attuate per queste patologie.
Si va da terapie farmacologiche (ad es. B-bloccanti, antidepressivi e IMAO) ad interventi psicoterapeutici.
Tra questi ultimi, molto utili si sono dimostrati i trattamenti cognitivo-comportamentali che consistono nell’esposizione, reale o immaginaria, del soggetto ansioso allo stimolo o oggetto ansiogeno, come ad esempio la tecnica di Wolpe o desensibilizzazione sistematica (esposizione graduale in immaginazione ovviamente sotto guida psicoterapeutica esperta).
A queste tecniche se ne sono aggiunte altre con scopo terapeutico o preventivo, come il Training autogeno di Schultz, lo psicodramma analitico, la musicoterapia, la cromoterapia e, da poco introdotta, anche la poesia-terapia.
“La poesia-terapia o psicopoetry è una metodologia creativa ed alternativa a quelle tradizionali di aiuto alla mente, fondata su tecniche specifiche di utilizzo della scrittura poetica e della lettura di poesie, con finalità di consapevolezza e supporto a stati emotivi e cognitivi (pensieri) che sono importanti per la crescita ed il benessere psicologico di una persona e che può venire affiancata dall’utilizzo di altre tecniche, metodi e strumenti.”2
Ecco che in questa ottica vorrei introdurre il concetto, personale e per adesso non suffragato da studi scientifici (almeno per quanto mi è dato sapere), di "Haiku-Terapia" nell’ambito dei disturbi d’ansia.
“L’Haiku è una poesia dai toni semplici che elimina i fronzoli lessicali e le congiunzioni e trae la sua forza dalle suggestioni della natura e le sue stagioni; fu creato in Giappone nel secolo XVII e deriva daltanka, componimento poetico di 31 sillabe (o meglio, 31morae) che risale già al IV secolo. Iltankaè formato da 5 versi di 5-7-5-7-7 morae rispettivamente. Eliminando gli ultimi due versi si è formato l'haiku che per l'estrema brevità richiede una grande sintesi di pensiero e d'immagine.”3
Sintesi che, a mio avviso, potrebbe essere utile (ovviamente associata alle comuni terapie e sempre sotto la sorveglianza di uno Specialista) per prendere coscienza della situazione scatenante il disturbo e rappresentare un utile aiuto proprio nell’ambito di quei trattamenti cognitivi comportamentali sopramenzionati che, sfruttando l’immaginazione, cercano di mettere in atto una desensibilizzazione.
Inoltre, a differenza degli altri componimenti poetici a schema libero, l’Haiku impone la conta delle sillabe, quindi impegnarsi nella sua composizione può spostare l’attenzione dallo stato d’animo e dalla situazione ansiogena, donando un sollievo momentaneo.
Infine, non dovrebbe essere sottovalutata neanche la valenza simbolica che l’Haiku potrebbe assumere a livello inconscio in queste situazioni e che consisterebbe nel riuscire a racchiudere l’oggetto ansiogeno e la propria ansia in un contenitore idealmente piccolo e finito come quello di tre versi, donando ulteriore forza e motivazione a colui che lo compone.
*Questo articolo non vuole assolutamente assumere una valenza scientifica.
Si tratta di una semplice considerazione/teoria puramente personale che non deve assolutamente essere scambiata o andare a sostituire le comuni terapie.
Inoltre è necessario che chiunque creda di essere affetto da queste o altre patologie si rivolga ad un Medico di fiducia o ad un serio Specialista, che rappresentano le uniche figure in grado di poter fornire un valido aiuto in tali situazioni.
Fonti:
1) Giberti, Rossi: Manuale di Psichiatria VI edizione casa editrice Piccin.
2)http://www.benessere.com/psicologia/arg00/poesia_terapia.htm
La cui biografia è tratta da:
-Bartalotta G., 2003, Manuale di arte terapia poetica. La poesia per liberare il nostro inconscio, Edup, Roma.
-Revault J.Y., 2005, Guarire con la scrittura, Red Edizioni, Milano.
-Monaco M., 2006, Dei giorni di sole e delle notti di pioggia:dalla poesia alla poesia-terapia, in press, Palermo.
3)http://it.wikipedia.org/wiki/Haiku
**Quadro: “L’urlo” di Munch