Arcadia
*di Paolo Melandri
*di Paolo Melandri
Quando i fiori a primavera
pioggia fanno sussurrare;
quando brilla per i campi
verde messe a noi davanti,
api piccole, magnanime
vanno in fretta all’altrui cura:
sia del buono, sia del tristo
sempre piangon la sventura.
Quando l’aria ai verdi margini
della piana trae i tepori,
dolce scende dal crepuscolo
vel di nebbia e di vapori.
Cara pace il velo mormora,
culla il cuor come un bambino,
serra gli occhi di chi è stanco,
ferma il giorno nel cammino.
Già discesa è notte fonda:
son le stelle giunte a stelle,
un brillar vicin lontano
di barbagli e di fiammelle.
Brillan qui del lago a specchio
nella notte senza velo;
al buon sonno fa suggello
plenilunio in cima al cielo.
Già trascorse sono l’ore,
son svaniti gioie e guai:
lieto annuncia il nuovo giorno
e il presagio: guarirai!
Valli verdi, colli ameni
offron fronde a riposare;
per la falce in onde argentee
vedi il grano mareggiare.
Per aggiunger gioie a gioie
guarda verso lo splendore.
Sei nel sonno più leggero:
apri gli occhi: ecco il chiarore!
Senza indugio fatti ardito,
se qualcuno dorme e tarda.
All’audacia tutto riesce
che comprende e pronta azzarda!
Paolo Melandri
24 giugno 2011