Per una Nuova Oggettività
popolo, partecipazione, destino
BREVE RESOCONTO DELL’INCONTRO DI MILANO DEL 17 GIUGNO 2011
Venerdì scorso 17 Giugno si sono ritrovati a Milano, ospitati gentilmente da Stefano Vaj, alcuni tra i membri della neo-nataSegreteria del movimento legato al Manifesto ed al testo in fieri di prossima pubblicazione. Pur non avendo potuto accogliere nel gruppo riunito gli amici romani, erano presenti all’incontro Stefano Vaj, Sandro Giovannini, Luigi Sgroi, Davide Bigalli con la sua Signora, Luca Gallesi, Francesco Cappuccio, Francesco Sacconi, Giuseppe Luciani, Luciano Garibaldi, Andrea Scarabelli e la sua compagna e valida studiosa Rita Marrone. Ospiti graditi e“dell’ultimo momento”: Emanuele, un amico di Andrea Scarabelli, e Valentina (della quale al relatore è sfuggito il cognome ) che accompagnava Giuseppe Luciani.
La riunione, durata un paio d’ore, ha evidenziato ancor più l’intenzione di dare un’identità precisa e una direzione programmatica al gruppo che pur nelle differenze ha ben interagito e individuato una linea di lavoro futuro comune.
Sandro Giovannini ha riepilogato le caratteristiche dellibro-manifesto e ha individuato tre punti su cui impostare il lavoro a venire.
Portare a termine il libro che ormai conta ben 80 interventi ed una struttura complessa.
Pensare al “dopo-libro” organizzando le presentazioni in varie città.
Organizzare un convegno su scala nazionale di approfondimento e “ragionata” divulgazione del movimento di pensiero di cui il libro-manifesto è la prima prova.
Stefano Vaj ha sottolineato l’identità plurale del gruppo che considera un valore, alla luce di un processo che in futuro potrà dare buoni frutti ed ha consigliato fortemente un futuro convegno a tema per evitare inutilità e dispersioni.
Davide Bigalli (che ha generosamente accettato l’incarico di Presidente della Segreteria) ha caldeggiato l’idea del convegno nazionale come occasione per cercare uno spazio di autonomia, ha fatto presente che probabilmente a Ottobre a Milano ci sarà anche un convegno organizzato dall’Università Statale dal titolo “Tradizione e storia delle idee” ed ha suggerito, per il summenzionato convegno nazionale post libro-manifesto,il titolo: “Decadenza e transizione”, perché i problemi iniziano proprio con le presentazioni post libro-manifesto e con la giusta scelta di merito e di metodo del convegno nazionale.
Francesco Sacconi ha evidenziato il buon lavoro che si potrà fare sul blog “Nuova Oggettività”, se più di noi parteciperanno attivamente ed ha posto anche il problema di una dimensione più estesa avanzando l’ipotesi di un confronto anche con il movimento “Alternativa”, in una prospettiva appunto di collaborazione sinergica interculturale e transnazionale.
Giovannini al proposito ha allora ricordato Leonardo Clerici che nell’incontro del 2 Aprile aveva sottolineato l’importanza della cultura araba nell’intero contesto europeo e quindi ha ritenuto di inserire alla fine del libro-manifesto, un po’provocatoriamente ma anche simbolicamente, una conclusione-riassunto essenziale in tre lingue: latino, arabo e inglese.
Andrea Scarabelli ha detto che il libro può essere un’occasione di accorpare un insieme di potenzialità e procedere alla realizzazione di un progetto unico. Ha anche appoggiato la tesi di Bigalli, secondo il quale la crisi globale, estesa a tutti settori della vita socioculturale italiana è stata politicamente e culturalmente monopolizzata e il convegno futuro, come il manifesto, può rappresentare un occasione per rilanciare un’ idea alternativa di cultura non più monotematica e costrittiva, ma più organica.
Luca Gallesi ha parlato del “furto” della ricchezza dei popoli, contro il quale devono essere rivolti i nostri sforzi. Ha individuato nella finanza internazionale il soggetto principale di questo processo di “espropriazione” di questo “EXPRO” in atto ai danni delle culture e delle economie ed all’insegna dell’esclusiva ricerca del profitto e contro le effettive risorse naturali. Si tratta di rimettere al centro il gioco epocale e la felicitàcome elementi di rischio e di pienezza. Sandro Giovannini ha allora ritenuto possibile inserire anche il termine“espropriazione” nel titolo del convegno nazionale. L’“EXPRO”,a tal punto, diverrebbe un motivo anche ludico ma non provocatorio a vuoto, legato all’immane espropriazione delle tre dimensioni del sottotitolo del nostro manifesto a cui si intende reagire infatti da noi con determinazione e chiarezza verbale e comportamentale.
Francesco Cappuccio ha rilevato quanto sia importante il dialogo con i giovani sulla scia di quanto detto precedentemente da Gallesi a proposito del fatto che la parola “felicità” assume un senso compiuto quando significa “appagamento di abilità” e nient’affatto un vago e indistinto senso di appagamento da “tutto e subito”, felicità ovviamente come valore della passione e come motore interiore delle azioni.
Emanuele ha ricordato il tema (caro anche a Lombardi–Vallauri) della “decrescita” (o “decrescita felice” rispetto a quella depressoria e rinunciataria).
Luciano Garibaldi ha raccomandato soprattutto che per evitare dispersioni e passerelle inutili, il convegno sia a tema e con un forte controllo progettuale.
Valentina ha ripreso il tema delle passioni che sono però difficili da riconoscere ed evidenziare chiaramente e quindi aldilà del beneficio o della grazia è il processo di lavoro che si istaura effettivamente a determinare poi un giusto rapporto tra passioni e ragioni.
Giuseppe Luciani ha parlato della necessità di oltrepassare l’aspetto eccessivamente autoreferenziale e talvolta d’autocommiserazione per concentrarsi invece sulla forza dell’innovazione del messaggio quale vuol essere quello del Movimento.
Poi ha ripreso la parola Davide Bigalli citando certo marxismo anti-moderno delle origini che è stato distrutto e negato e che invece trovava un possibile dialogo proprio con i cosiddetti partiti di “tradizione” e che costruivano il loro movente di battaglia ideologica nella lotta al capitalismo sfrenato ed irresponsabile.
Giovannini a tale riguardo ha ripetuto che proprio quest’ultimo è la causa delle “espropriazioni” di cui sopra , e tutto ciò ai danni delle comunità stesse che sono totalmente sottoposte a questo processo e perciò, destinate all’oblio culturale e identitario. La promessa, ha sostenuto Giovannini, è quella di un percorso congiunto pieno di pathos e assunzione di responsabilità da parte di tutti. Gli strumenti per agire con successo, la perspicacia e la sobrietà attiva.
Rita Marrone ha ripreso il tema dei giovani, evidenziando il problema dell’università e del lavoro, portando al centro il problema di un’intera generazione che rischia l’annichilimento vitale.
Luigi Sgroi ha accennato ancora al concetto di decrescitafelice e del mondo della sobrietà come un elemento di ordine spirituale, che producendo “beni” di tipo interiore ed“inclusivo” sarebbe finalmente in grado di venire incontro alle necessità psicosociali dell’uomo contemporaneo.
L’incontro si è concluso alle 19,15.
Approfittiamo per ringraziare ancora Stefano per la generosa ospitalità e tutti gli intervenuti
per la Segreteria del Centro-Nord
Luigi Sgroi