Biblioteca Gramsci Dibattito on line Gramsci-Sanguineti da Riccardo Uccheddu

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di RICCARDO UCCHEDDU
 
La figura di Marinetti (e la "presenza" futurista in generale) si presta a molte interpretazioni: una di tipo essenzialmente politico... qui penso al futurismo ed alle sue connivenze col fascismo.
L'altra di genere soprattutto artistico.
Lo spirito del futurismo, come ... Mostra tutto
bene segnalava Gramsci e come ricorda non meno bene Sanguineti, non era necessariamente reazionario o addirittura fascista: pensiamo al sovietico Majakovskij...
Tuttavia, tale movimento puntava per così dire un po' troppo (per usare il linguaggio cinematografico) sugli effetti speciali, perdendo così di vista un intreccio di problemi che erano artistici ed insieme sociali, economici, relativi al costume, al diritto ecc.
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Come risulta dall’estratto del saggio sanguinetiano, Gramsci guardò con favore al “primo” Marinetti.
Tuttavia, sarà bene dire che appunto Gramsci seguì gli ulteriori sviluppi del pensiero di Marinetti… sviluppi che alla fine, condussero il celebre futurista ad esisti militaristi e fascisti.
Infatti, come dice lo stesso Sanguineti nel già citato saggio “La parola futurista”: “Nella famosa lettera a Trockij”, Gramsci “avvertiva intanto come, dopo la guerra, il futurismo avesse perso i suoi tratti caratteristici, e i suoi maggiori esponenti fossero diventati fascisti.”
Ed è illuminante lo stesso giudizio di Gobetti, che ne “La rivoluzione liberale” scrisse: “L’arte di Marinetti è tutta una preparazione alla marcia su Roma” (cfr. E. Garin, “Cronache di filosofia italiana”, 2° vol., p.334).
In Marinetti, l’amico e collaboratore liberale di Gramsci colse gli elementi che sia pure in nuce, costituiranno poi alcuni dei tratti distintivi del fascismo: l’improvvisazione cialtrona, la tendenza all’attivismo rumoroso e violento, il fastidio quasi fisico per la riflessione…
Ed anche volendo scindere l’elemento artistico da quello politico, rimarrebbe comunque il fatto che come dice Gramsci nei “Quaderni” e come ricorda Sanguineti ne “La parola futurista”, possiamo vedere i futuristi come degli “scolaretti” che scappati dal collegio gesuitico, hanno fatto “un po’ di baccano.”
Ma poi vengono ricondotti “sotto la ferula della guardia campestre.”
Il (chiamiamolo così) peccato originale del futurismo consistette, del resto, in un’esaltazione acritica della modernità e della tecnica..
Slegata, però, dalle masse che da quella modernità, da quella tecnica avrebbero potuto trarre vantaggio e trovare riscatto....

 
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