Umberto Bossi spada del Pdl

da IL GIORNALE
 
*di Alessandro Sallusti
 
Il governo incassa una scontata fiducia al Senato sulla manovra finanziaria, cosa che non spegne le tensioni con regioni e comuni per i tagli ma chiude, almeno per il momento, uno dei fronti caldi all'interno della maggioranza. La quale ieri registra un altro punto a favore. Chi pensava infatti che inchieste giudiziarie e liti interne potessero incrinare l'asse tra il Pdl e la Lega si è dovuto ricredere. Bossi si è infatti schierato senza se e senza ma al fianco del Cavaliere e lo ha addirittura invitato ad attaccare «perché ha ancora una spada affilata e presto la utilizzerà». La metafora coincide con le voci che filtrano dal quartier generale del premier, secondo le quali Berlusconi non avrebbe ancora abbandonato l'idea di azzerare tutto con uno dei suoi colpi di teatro che si inventa quando si sente messo all'angolo. Anche perché non si escludono nuove sorprese sull'asse magistratura-politica. Il tam tam dai palazzi di giustizia parla infatti di procure, Milano, Roma e Napoli, sul punto di annunciare una nuova ondata di clamorosi avvisi di garanzia per mantenere forte la pressione sul centrodestra.
E, a proposito di giustizia, c'è da segnalare che il Csm ha messo sotto inchiesta i magistrati coinvolti nelle cene e, anche indirettamente, nelle telefonate del cosiddetto caso P3. Ovviamente si tratta di toghe non di sinistra, e quindi senza coperture nella corporazione più rossa d'Italia. Secondo il Csm, per un giudice è reato avere rapporti con i politici ma solo se quest'ultimi non sono di sinistra. Altrimenti non si capirebbe perché non sono stati cacciati tutti quei pm che sono passati dai tribunali alle liste elettorali di Pd e Italia dei valori. Anche loro, evidentemente, qualche telefonatina inopportuna l'avranno pur fatta e ricevuta prima di saltare il fosso e certificare la loro non indipendenza ideologica e politica....

 
 


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