SGARBI SHOW - Sgarbi quotidiani. Anzi, Sgarbi show, come spesso gli succede. C’è una folla di cronisti, di fronte all’Hotel Nazionale di Montecitorio. Tutti qui per il critico d’arte, diventato improvvisamente — e anche un po’ incredibilmente — il possibile ago della bilancia del voto nel Lazio. La sua «Rete Liberal» è stata riammessa nel Lazio, i responsabili del partito hanno chiesto il rinvio del voto e Sgarbi, tra giovedì sera e ieri, ha fatto il giro dei palazzi che contano. Primo fra tutti, Palazzo Chigi, per un vertice con Silvio Berlusconi, Gianni Letta e Denis Verdini.
ACCORDO SU UN ASSESSORATO - Sgarbi col Pdl ha chiuso un accordo: un assessorato alla Regione (Cultura, con deleghe a sport e turismo), l’appoggio ad alcuni candidati, l’entrata ufficiale di «Rete Liberal» nel Popolo della Libertà. Sgarbi è un fiume in piena: «Se qualcuno ci dice no al ricorso, lo prendo a calci nel c... E chiederemmo in quel caso l’annullamento delle elezioni. È un nostro diritto, altrimenti è fascismo».
Sbatte coi pugni sul tavolo, facendo saltare un paio di microfoni. E poi se la prende con Marco Miccoli, coordinatore romano del Pd, che si era espresso contro il rinvio chiesto da «Rete Liberal»: «Ma chi è questo Miccoli? Mai sentito. E potrò fare quello che voglio? Lo denuncio ’sto Miccoli...». Ce n’è per tutti. Per i «fascisti giudici di Trani e quel balordo di Capristo», per Di Pietro «altro noto fascista», per il vice sindaco Mauro Cutrufo «lui e gli altri legulei dicono che dobbiamo avere solo 7 giorni di campagna elettorale: Mauro, perché non lasci quell’inutile partito de quale fai parte?». Cutrufo, in sala, fa buon viso a cattiva sorte. C’è anche Graziano Cecchini, tra il pubblico: «Mi hanno chiesto: perché non fai una cosa pure contro Alemanno? Ma è come sparare sulla croce rossa...», dice l’uomo del «rosso» di Fontana di Trevi.
TROPPI DUE MESI IN PIU' - Ma è Sgarbi a monopolizzare la sala: «E se c’era una bella ragazza di Frascati che ci voleva votare? Adesso tutte le donne possono farlo». E ancora, sulla manifestazione di oggi: «L’ho chiesto, ma mi hanno detto di no. Ma come, hanno D’Annunzio e lo fanno stare zitto?».