DA IL GIORNALE
Adesso sì che il capolavoro di miopia dei dirigenti Rai è sotto gli occhi di tutti. Ovviamente, di tutti coloro che miopi non sono. L’effetto collaterale, ma ampiamente prevedibile, della serrata dei talk show politici in campagna elettorale in ossequio all’iniqua legge sulla par condicio voluta da Scalfaro e approvata dal governo D’Alema nel Duemila, è stato quello di compattare, sulle ali del vittimismo, tutti i campioni della sinistra televisiva e no. Non era facile, ma incaponendosi si possono ottenere risultati insperati.
Ieri, al Paladozza di Bologna in un colpo solo hanno sfilato tutti i testimonial dell’antagonismo mediatico che ultimamente si erano mossi in ordine sparso: da quello populista alla Santoro a quello più glamour di Lilli Gruber, da quello inflessibilmente giacobino di Travaglio a quello giocoso e stilnovistico di Benigni, da quello livido e riverniciato di satira alla Luttazzi e Vauro, a quello in versione boy-scout di Floris, da quello post-gruppettaro di Lerner a quello repubblicheggiante della Dandini. Un unico grande girotondo della comunicazione. Quasi un nuovo movimento politico, un partito virtuale con un capo riconosciuto in Michelechi? Santoro, bersaglio primo dell’allergia del premier...