PD FOA NEL PO?

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Appello al Sindaco su PFOA

di Valentino Tavolazzi
La risposta dell’ATO ai quesiti posti da Ppf in merito alla presenza di PFOA nelle acque del Po è inquietante.
L’ing. Graldi  nella sua nota odierna dichiara: “Il laboratorio di HERA S.p.A. di Sasso Marconi – Bologna ha nel frattempo già accreditato SINAL le seguenti sostanze denominate Interferenti Endocrini (ED) nelle acque destinate al consumo umano (primo laboratorio in Italia). Analisi dei livelli di: 17α-Etinilestradiolo, Estrone, β-Estradiolo, Bisfenolo A, 4-Octilfenolo, Nonilfenolo in acque grezze e trattate, ed entro l’anno sarà accreditata  la metodica su PFOA. Analisi sulle acque grezze e potabili di questa sostanza potranno comunque essere effettuate a partire dal mese in corso”.
Siamo fortemente preoccupati circa l’effettuazione o meno, nei mesi ed anni scorsi, delle analisi del PFOA a monte dell’impianto di Pontelagoscuro. Sono stati fatti i controlli? Quante volte e quando? Chi li ha fatti? Quali valori sono stati riscontrati? E’ stata tutelata la salute dei cittadini?
 
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PFOA nel Po, l’ATO risponde a Tavolazzi

Risposta dell’ATO.
Con riferimento al comunicato del Consigliere comunale Ppf Valentino Tavolazzi si fornisce le seguente risposta.
La problematica relativa al PFOA ( acido perfluorottanoico) è da alcuni anni alla attenzione della Comunità scientifica internazionale e fa parte di quei composti chimici denominati Perfluorati che, a loro volta, appartengono a quelle sostanze denominate Interferenti Endocrini (ED).
Tali sostanze, che in alcuni Paesi sono state vietate o limitate, sono oggetto di una Direttiva del Parlamento Europeo che le inserisce tra quelle soggette a monitoraggio e da far rientrare nei limiti che verrano proposti per il 2012; attualmente non ci sono limiti di legge per le acque potabili.
La problematica è stata affrontata anche sulle bottiglie di acqua minerale, infatti quando beviamo da una bottiglietta d’acqua minerale mandiamo giù anche un po’ di estrogenomimetici, composti chimici che mimano gli ormoni e che potrebbero interferire con il nostro sistema endocrino. A rivelarlo sono due studi appena usciti: l’uno tedesco, pubblicato su Environmental Science and Pollution Research, l’altro italiano, apparso su International Journal of Hygiene and Environmental Health. La notizia potrebbe interessarci molto da vicino, dal momento che l’Italia è il maggior consumatore d’acqua minerale d’Europa e il terzo nel mondo, sebbene quella che scorre dai nostri rubinetti sia potabile.
 
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