INTERVISTA A PAOLO RUFFILLI di Manuela Vio
La poesia si sa, è ciò che abbiamo di più privato e segreto, nasce direttamente dalla nostra anima, non c'è un luogo stabilito per scriverla ma, ci sono situazioni, momenti, azioni e persone che ci fanno provare sentimenti ed emozioni e sono queste ultime a far nascere dentro di tutti noi il piccolo o grande poeta che alberga dentro i nostri cuori. Nella storia della poesia italiana abbiamo avuto dei grandi autori come Ungaretti, Pavese, Montale, il mitico Antonio De Curtis in arte Totò e molti altri. Abbiamo avuto la fortuna di crescere con questi personaggi indimenticabili e che hanno forgiato la nostra crescita. Paolo Ruffilli è uno di questi poeti, chi ha letto le sue poesie può confermarlo, con l'unica differenza di essere un poeta dei nostri giorni. Nato a Rieti nel 1949, è originario di Forlì. Ha una laurea in lettere conseguita presso l’università di Bologna. Oltre ad essere il Direttore Editoriale presso le Edizioni del Leone di Venezia, da molti anni collabora con le pagine culturali de “Il Resto del Carlino”. Poeta da praticamente tutta la vita, ha pubblicato diversi testi tra cui l'ultimo “Stanze del cielo” edito da Marsilio.
Qui sotto troverete alcune domande alle quali il sig. Ruffilli ha avuto la gentilezza di rispondere.
Il sito ufficiale di Paolo Ruffilli : www.paoloruffilli.it/
D. : C’è una poesia, tra tutte quelle che ha scritto, alla quale è più legato sentimentalmente? Se si, quale e perché? Cosa le fa venire in mente?
R. : Non una ma molte. Non amo le graduatorie. E sono tante quelle che mi sono
care. La varietà è fondamentale.
D. : Il suo luogo per creare versi esiste oppure lei scrive ovunque si trova e in qualsiasi situazione?
R. :Non c’è e non ci può essere, perché per me la poesia è una pratica di ricerca che mi accompagna dovunque. Qualsiasi luogo è capace di metterla in moto e non ci sono luoghi privilegiati.
D. : La frase di Oscar Wilde “Vive la poesia chi non è capace di scriverla, gli altri scrivono la poesia che non osano vivere” lei che è un poeta, cosa ne pensa di questa frase?
R. : Allude, io credo, al fatto che la poesia è una pratica esoterica, di ricerca profonda e necessita proprio per questo di una scelta di volontà (non è intrattenimento, né divagazione) e dunque non sono mai molti quelli che decidono di mettersi sulla sua strada personalmente. La maggioranza degli altri vi si accosta di sponda, attraverso lo specchio di quei pochi.
D. : Se potesse scegliere di dare un premio per la poesia, tra i poeti contemporanei e quelli scomparsi a chi lo darebbe?
R. : A Giorgio Caproni, che considero il poeta italiano fondamentale del secondo Novecento, più importante anche di Montale.
D. : In cosa consiste esattamente il suo lavoro alle Edizioni del Leone di Venezia?
R. : Faccio il direttore editoriale: coordino il Comitato di lettura, che sceglie i testi da pubblicare, e firmo il programma delle uscite della casa editrice.
D. : Mi parli dei suoi lavori editi e perché no…di quelli che tiene nascosti nel cassetto, se ci sono…
R. : Più che già edito, preferisco parlare dell’inedito. L’Italia è il paese del melodramma, che è stato per lunghissimo tempo l’unica nostra forma di cultura nazionale. Probabilmente proprio come reazione all’eccesso dei sentimenti del melodramma, i poeti italiani moderni si sono tenuti e si tengono ancora lontani dal versante del sentimento per eccellenza che è l’amore, lasciandolo ai cantautori. C’è naturalmente qualche eccezione significativa, come ad esempio Umberto Saba. Quei pochi che ne scrivono, lo fanno da una posizione così rarefatta e intellettualistica da risultare immediatamente inattendibili. Ma più in generale da noi i poeti temono la poesia d’amore e, avendo demandato alla canzonetta di cantare l’amore, considerano di serie B la poesia d’amore. Da giovane ero così anch’io. Ma, per fortuna, mi sono accorto per tempo che non si poteva rinunciare a dare espressione poetica alle emozioni dell’amore. Ho pubblicato varie cose, nel corso degli anni. Cominciando da un lungo poemetto, “Per amore o per forza”, nella raccolta Piccola colazione e poi via via proponendo gruppi di poesie singole. Da tempo vado preparando un “libro” compatto di poesie d’amore, che non è ormai molto lontano dal vedere la luce.
Manuela Vio
Citazione : “Tanto per non finire: la morte, già così allegra a viverla, ora la dovrei morire?” - Giorgio Caprone -