STEFANO VAJ E LA BIOPOLITICA

BLADE RUNNER 3.jpgScianca intervista Vaj sulla biopolitica e sul transumanismo

Letteratura-Tradizione n. 43, dicembre 2008

Simona Cazzaniga

Nella interessante collana di confronti a due voci curata da Carlo Gambescia, il Settimo Sigillo di Roma pubblica in volumetto una lunga intervista di Adriano Scianca a Stefano Vaj, segretario nazionale dell'Associazione Italiana Transumanisti e autore di Indagine sui diritti dell'uomo. Genealogia di una morale (LEdE, Roma 1985) di L'uomo la tecnica e il futuro (l'Uomo libero) ed appunto di Biopolitica. Il nuovo paradigma (SEB, Milano 2005), che ho avuto occasione di recensire su La Padania del 30 settembre 2006, e di cui esiste oggi anche una versione digitale ed ipertestuale accessibile all'indirizzo www.biopolitica.it.

La forma dialogica fa sì che in poco più di sessanta pagine il libro riesca sia a tirare conclusioni che nel precedente saggio restavano parzialmente implicite a favore di una introduzione alla materia ed allo “stato dell'arte”, soprattutto scientifico, della rivoluzione biologica in atto, sia a definire meglio gli schieramenti ed i riferimenti culturali fondamentali che vedono contrapposti partigiani ed oppositori dell'autodeterminazione politica, culturale, ambientale e genetica delle comunità umane, così come, su linee non troppo diverse, partigiani ed oppositori della libertà di pensiero e di ricerca.

Data la formazione evidentemente filosofica e giornalistica di Scianca, gli scambi diventano perciò molto godibili ed interessanti soprattutto per chi è particolarmente interessato ai riflessi che le questioni bioetiche, ecologiche, antropologiche proiettano a livello ideologico, mitico, letterario, di immaginario collettivo, di cronaca contemporanea, di correnti intellettuali.

Certo, molto resta purtroppo fuori da questa chiaccherata ad alto livello. Questioni come il nucleare, gli OGM e l'indipendenza alimentare, l'animalismo, l'aborto, il “riscaldamento globale”, il picco petrolifero non sono toccate, o lo sono solo indirettamente. D'altro canto, la biopolitica si fa pretesto ed opportunità anche per disegnare un possibile “ricentraggio” generale in termini di visione del mondo da parte di tutti coloro che continuano a rifiutare l'idea di una fine della storia in un mondo omologato e cristallizzato, e scelgono oggi come ieri diversità, identità e divenire come proprio destino.

La chiave di questo ricentraggio è chiaramente posta sotto un'egida nietzschana, futurista e transumanista, per cui non sorprende che il termine stesso di biopolitica (che infatti dà nelle ultime riflessioni di Vaj molto più spazio, al di là delle biotecnologie strettamente intese, a cose come nanotecnologia, Internet, intelligenza artificiale, integrazione uomo-macchina) finisca per alludere più in generale alla natura cruciale di una rinnovata riflessione sul rapporto fondamentale tra l'uomo e la tecnica, in vista in particolare di un possibile avvenire postumano, incubo per molti, sogno per alcuni. Gehlen e Heidegger, piuttosto che Habermas e Foucault e Sloterdijk, vengono perciò in conto almeno quanto Darwin, Mendel, o Crick e Watson, e la tecnologia pirica che ha condotto alla rivoluzione industriale quanto la domesticazione del vivente. La biopolitica in fondo diventa perciò semplicemente il campo in cui è davvero possibile discutere di un futuro degno del passato di cui scegliamo di essere eredi, della tradizione prometeica e faustiana di cui ci vogliamo continuatori.

Conclude infatti Vaj: “Così, la trasformazione transumana che della biopolitica rappresenta l'aspetto centrale è innanzitutto il quadro di una metamorfosi possibile che traccia una linea ideale tra il mito europeo ancestrale che ci consegna ad esempio l'omonima opera di Ovidio da un lato, e dall'altro il Superuomo di Nietzsche, l'Uomo Moltiplicato di Marinetti, il Terzo Uomo di Gehlen, il Replicante di Ridley Scott, il Cyborg della fantascienza e della cultura transumanista, il Postumano di Marchesini. 'Natura che imita l'arte', è il caso di dirlo; anzi, arte che si fa natura, su una scala sinora neppure sognata”.

Stefano Vaj, Dove va la biopolitica?, a cura di Adriano Scianca, Settimo Sigillo-Le Interviste, Roma 2008, pagg. 72, EUR 8,00.

Simona Cazzaniga

Da: Letteratura-Tradizione n. 43, dicembre 2008

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