ALESSIO BRUGNOLI A FUTURISMO LIVE

FIORE 12.jpgintervista a Alessio Brugnoli, neofuturista, curatore con Armando Di Carlo de La Voce Futurista webzine; curatore con altri di Futurismo Live Centenario futurista Ferrara il 20 2

*opera di Ufagrà Antonio Fiore

D- Tu hai lanciato per primo con altri il Futurismo nel/dal web... Quando e come...
In realtà non vorrei attribuirmi meriti non miei. Di fatto il Futurismo contemporaneo, caratterizzato dalla suo rapporto dinamico con il web, ha molti padri
e precursori. Non mi ritengo tra i primi.
Personalmente, da quando ho aperto il mio blog, nell'ormai lontano dicembre 2003, ho sempre trattato temi che poi si ritroveranno nel Futurismo
contemporaneo, ma al di fuori di un preciso inquadramento intellettuale.
Eran spunti, non un approccio coerente all'Arte ed alla Vita. La riflessione che portò a questo fu nell'incontro, all'inizio di maggio 2006 con Antonio
Saccoccio, all'epoca impegnato nel tentativo di organizzare un gruppo Neofuturista, centrato sull'omonimo blog.
Più per curiosità che per altro, ho deciso di partecipare. Evento che da una parte mi ha spinto a riprendere i vecchi studi sul Futurismo Storico, dall'altra a render sistematici le mie varie e oggettivamente confuse riflessioni.
Un periodo di ricerca che è culminato a Firenze. Ricordo con piacere quei giorni, poco prima della Befana del 2007. Ero a Madrid e per giungere in tempo all'appuntamento dei neofuturisti feci i salti mortali.
Con il collega futurist Cosimo Zecchi e altri   fu gettato giù il Manifesto del Movimento, tra i primi a circolare nel web...
I pomeriggio trascorsi a chiacchierare ed una serata in un ristorante disperso per le colline pratesi, con io e Cosimo Zecchi che tiravam idee fuori dal
cilindro e altri che prendevano appunti...
Di fatto l'ossatura del Manifesto è nata lì. Il resto per un paio di mesi son state correzione ed integrazioni, magari tratte da mie post.
Per mesi, il Movimento Neofuturista ha portato avanti la sua ricerca, anche estetica, vi furon diversi esperimenti di racconti "marinettiani" e "parole in
libertà", ma dopo l'estate avvenne la rottura.
Trascurando i contrasti caratteriali, vi furono ed è inutile nasconderli, il motivo di rottura fu essenzialmente ideologico. Io ed Armando De Carlo non
condividevamo la weblatria di ...Net du Sac, ovvero,  Saccoccio, uno dei presenti, preferendo l'azione concreta alle chiacchiere on line, la paralisi creativa che all'epoca voleva ridurre il Futurismo a mero clone dell'opera di Marinetti.
In più... L'avanguardia deve essere maestra di sospetto, invitare l'Uomo alla libertà di pensare e ricercare la sua dimensione estetica, non sostituire
vecchie certezze con nuove, altrettanto dogmatiche.
E soprattutto non deve negare a priori il Passato ed il Contemporaneo, ma confrontarsi dinamicamente con questo. Concetti che Saccoccio non condivideva.
Di conseguenza, le nostre strade si son divise. E non è un male. La pluralità di opinioni, la polemica sono una ricchezza per l'Avanguardia
 
D- La rete futurista, oggi:
Rete, oppure una galassia. Forse questa è la parola più esatta. Vi son tre filoni grossi filoni: gli artisti che provengon dall'esperienza di Futurismo Oggi di Enzo Benedetto che rappresentano la memoria storica del movimento: è il paradosso di un'avanguardia con più di un secolo di vita,in equilibrio tra le sue
radici e lo slancio verso il nuovo.
Vi è la straordinaria esperienza del Connettivismo che riprende ed amplia parte dell'esperienza marinettiana. Il lavoro di De Matteo e degli altri artisti,
con la loro penetrazione nella cultura popolare, è il miglior antidoti all'elitarismo che avvelena la cultura italiana. Con i loro racconti e romanzi di fantascienza, di fatto compiono un'operazione analoga a quella di Cecchini: rompere il diaframma tra arte e vita e riflettere, su uno specchio deformante e paradossale, sulle contraddizioni che avvelenano il nostro presente.
I Neofuturisti, di cui parlerò poi... Ed una serie di artisti anarchici, ribelli, dalla forte connotazione individuale come ad esempio Cecchini, Guerra,
Tuzet, gli Insintesi. Ma come dicevo, la polifonia di voci che si confrontano, a volte aspramente, è una ricchezza da coltivare, non un limite
 
D- IL futurismo secondo Brugnoli..
Per usar un'immagine tratta dall'Oriente, la nostra era è quella della Kali Yuga, l'era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale, in cui domina la consapevolezza dello sfaldarsi delle tradizionali visioni del mondo, con il loro classificare il Reale in categorie.
Sì può chiuder gli occhi dinanzi a tale fenomeno, come fa il post-moderno che pur con mezzi diversi da quelli della tradizione, come la nostagia o l'ironia,
si illudere di fermar tale processo, imbalsamando cadaveri
Oppure prender atto che il nostro Tempo è quello della Compenetrazione. Artificiale e Naturale, Passato e Futuro si fondono in un unico Continuum. E l'Arte così non è solo conoscenza olistica del Mondo, ma anche tensione per dar a questo un nuovo significato, riprendendo il suo compito primigenio: crear quelle splendide menzogne chiamate Miti e Leggende
Il Connettivismo è andar oltre l'Umanità, per non rimaner impantanati nel già conosciuto.Significa porsi al di là della tirannia della Storia, sfumando
questa in un eterno presente.Non idillo, ma tragedia. Tempo di infinita possibilità, madre di libertà e di angoscia. Sfida dell'Uomo è viver l'una, senza
esser schiavo dell'altra. E questo riprende proprio un'idea base del pensiero marinettiano, l'analogia assoluta che nel caso specifico si condensa
nell'utilizzo di metafore tratte della meccanica quantistica.
La riduzione del  Tempo in un unico Continuum, in cui Presente e Passato si fondono in un brodo primordiale.
Diversa è la posizione del Neofuturismo, rappresentato da me e da De Carlo: più pessimista, ritiene che l'Umanità, prima d'esser travalicata, debba esser
ricostruita. Il Postmoderno l'ha ridotta ad un campo di rovine, in cui è perso il senso dell'etico e dell'estetico.
La libertà è aver il coraggio di navigare nell'oceano dello Spirito, invece di bordeggiare le sue coste. E' osare. E la Storia è il realizzare il proprio
Essere nel Tempo, dar significato ai propri giorni, erigendo in forme nuove ciò che è crollato.
 
d- La questione del futurismo russo....
Secondo la mia opinione, è limitativo parlare di futurismo russo, italiano, inglese. E' porre confini ad un movimento globale che non si limitò a parlare all'Italiano, ma all'Uomo universale.
Detto questo, i futuristi russi sono nel nostro patrimonio genetico. Molto delle sue tesi vivono in noi: dal rapporto dinamico con la tradizione, al continuo sperimentare, allo slancio rivoluzionario globale, non rivolto semplicemente all'arte, ma all'intera società.
Proprio l'esempio di Majakovskij ci impedisce d'esser dei semplici reduci, dei culturi di un passatismo marinettiano, ma degli esploratori dell'abisso
 
d- La cultura italiana oggi
Un tema che ho spesso dibattuto, ad esempio nella polemica che ebbi con Wu Ming 1, mai giunta a termine. Anzi, se vorrà riprendere a discutere, è benvenuto a
Ferrara, sempre se non ha voglia di confrontarsi con qualche artista e pensatore vero, invece che dedicarsi a passatista fuga...
La cultura italiana è una cultura che da oltre un decennio collassa nella sua decadenza; figlia di un'ignoranza collettiva e finalizzata più a consolidare
gli equilibri di potere nelle case editrici che a crear messaggi. Una cultura ripiegata in se stessa che non sa più parlare al mondo intero.
E questo è connesso al rifiuto della sperimentazione che c'è stato in questi anni di riflusso. Sperimentazione linguistica: di fatto si è persa la sua dimensione epifanica, di rivelazione del senso segreto delle cose e demiurgica, potenza trasformatrice della realtà.
Scrivere poesia e prosa non significa montare e smontare enunciati e concetti, sia pure transgressivi, secondo un prontuario di accorgimenti tecnici e spesso
senza neppure questi. Bisognar tornar ad esser fabbri di parole, rievocare echi, suggestioni, consapevolezze.
Dimensione agonistica: il problema è che la scrittura in Italia si limita al Fatto e non al Vero. Ci parla di Berlusconi, della Camorra, come se tra un paio di secoli ai posteri potesse fregarne ancora qualcosa. E dimentica il suo valore più alto. Insegnare a Vivere e Morire.
E lo scopo del Futurismo contemporaneo è proprio il recupero di tutto ciò.
D- La questione politica del futurismo, oggi come si presenta?
Ognuno dei Futuristi ha le sue simpatie... Ma è necessario sottolineare una cosa. Non esiste un'equivalenza tra Fascismo e Futurismo; qualsiasi nostalgico
che la celebra, ha le idee poco chiare su cosa sia il movimento.
Il Fascismo, qualsiasi giudizio se ne possa avere, il mio è estremamente negativo, è un'esperienza politica sepolta della Storia. Il Futurismo, teso nel
divenire e nel cambiamento, punta ad una nuova ricostruzione del Mondo, non a rianimare cadaveri.
Proprio questo slancio vitale, lo lascia perplesso dinanzi all'attuale politica italiana, incrostata di decenni di scorie. E' necessario il suo rinnovamento;
il come questo avvenga, le proposte, sono figlie della storia e della sensibilità di ognuno.

 
Roby Guerra