FURTO DI LIBRI, UNA NOTIZIA CHE FA NOTIZIA.

Non sarà forse un'inversione di tendenza, viste le motivazioni venali del gesto, ma che qualcuno rubi dei libri fa notizia. Da piccolo io li rubavo da un cassetto chiuso a chiave, allungando le manine da dietro per entrare nel cassetto in modo funambolico e trafugare uno alla volta, nel limite del raggiungibile, il prezioso contenuto, per poi avidamente guardarlo e tentare di leggerlo, considerato che ero ancora alle prime armi dell'ABC. La cosa non faceva notizia, perché all'epoca qualcuno leggeva ancora qualcosa, mentre oggi, in una civiltà sempre più popolata di immagini e meno di parole e di fantasia, si legge paurosamente meno e purtroppo si ignorano i rudimenti elementari del saper parlare, oltre che del saper leggere (e ciò non avviene, purtroppo, solo nel Bel Paese). Ma c'è per fortuna chi ruba libri se mi si passa questa violazione della legge e delle norme morali che fanno del furto un reato e/o un peccato non solo di preoccupante afasia comunicativa. Tornando al recente furto di libri, quello messo a segno a Londra, portando via da un magazzino un centinaio di copie di testi destinati alla California Book Fair. Tra essi un manoscritto fiorentino del tardo Quattrocentesco con miniature a piena pagina e legatura alle armi di Ferdinando IV di Borbone, una serie di incunaboli e altre importanti testimonianze prerinascimentali e rinascimentali. Non è tuttavia la prima volta dei soliti ignoti in tema librario, ma se non si sa chi abbia commesso l'ultimo furto londinese, confermando che le ragioni di tale furto forse non sono solo imputabili al lucro o alla passione per la cultura libraria o bibliomania, bibliofilia o libidine per i libri. Di reato sempre si tratta, dicevamo, ma almeno un reato che fa simpaticamente sorridere nella palude della crescente ignoranza di massa. In passato episodi del genere erano assai più frequenti ed abbiamo casi di punizioni esemplari per i colpevoli di tale sacrilegio. Il bibliofilo fiorentino Guglielmo Libri (1803-1869), che non poteva non portare un cognome simile, fu condannato in contumacia dalle autorità francesi, nel 1850, per il furto di migliaia di volumi. Anche dal 2002 al 2015, furti di libri si sono susseguiti, se pur ci siano state epoche in cui i libri, come altre opere d'arte, erano vittime degli appetiti dei condottieri e dei loro eserciti, dal console Lucio Emilio Paolo, vincitore a Pidna nel 168 a .C, del re di Macedonia, Perseo, al quale sottrasse la biblioteca, trasferendola a Roma, a Napoleone Bonaparte e alle stesse armate della Germania Nazista, che in Italia fecero man bassa, distinguendosi per la vastità dei saccheggi. A nulla valsero le minacce a simili marioli singoli o collettivi per fermare quegli scempi. Non si sa se la mano che a Londra ha compiuto un simile atto sia quello di un ladro da quattro soldi o di un raffinato amante della cultura. In tal caso si potrebbe anche perdonarlo.
Casalino Pierluigi