Considerazioni sul diritto alla ribellione.

 Casalino Pierluigi,

Contro i tiranni è lecito prendere le armi, scriveva San Tommaso d'Aquino. Ma non sempre è possible farlo. Non sempre, infatti, è praticabile il diritto alla ribellione. E di prove di tale difficoltà è piena la storia, salvo smentite dovute all'insostenibilità estrema della situazione. Uno degli ostacoli alla ribellione spesso deriva dall'assenza di mezzi legali per resistere al governo, ancorché ci si possa opporre adeguatamente legalmente, come avviene in consolidate democrazie rappresentative. L'assenza di mezzi legali alla ribellione è, in realtà, un'importante caratteristica del dispotismo. Quando questi mezzi mancano, in ogni caso, gente scontenta, spinta dalla disperazione hanno spesso imbracciato (ed imbracciano) le armi per cause in fondo nobili e, in certe particolari condizioni, è anche riuscita a rovesciare il tiranno o dittatore o il governo dispotico-oppressivo. In seguito i nuovi governanti hanno giustificato (e giustificano) il loro comportamento, contrapponendo la positività della loro causa all'indegnità del precedente.governo o regime. In tale contesto gli storici e i filosofi hanno spiegato analogamente i periodici cambiamenti dinastici o politici. In effetti da eventi e da idee di questo tipo è derivato il cosiddetto diritto di ribellione. L'espressione "diritto alla ribellione" è comunque poco felice, dal momento che implica una confusione tra aspetti legali e aspetti morali. Le analisi ufficiali dell'emergenza e della caduta del potere dinastico erano presentate come ammonimento contro atti di ribellione piuttosto che come guide ad essi, e non erano certo inserite in nessuna regolamentazione o legge costituzionale ufficiale. Il diritto alla ribellione poteva essere esercitato soltanto quando le leggi vigenti venivano violate e con il rischio di completa distruzione per chiunque se ne facesse promotore. Tracce del cosiddetto diritto alla ribellione si trovano in tutte le società, anche non sempre tempestivo è il ricorso ad esso, se non in forme differenziate e non di rado di minor intensità o di pari efficacia. In tal caso si tratta di un'evoluzione dello spirito democratico, che rigettando la violenza, comporta il crollo di un sistema senza particolari azioni violente, ma per intima cachessia del precedente sistema. 
 24.02.2015