Emilio Diedo, recensione di KK, Anima et Infinitum

KK (Caterina Costanzo)
Animæ et Infinitum. (Le forme dell'Anima in cerca di Dio e d'Infinito)
Nota iniziale e postilla finale dell'autrice
Prefazione di Roberto Guerra
Note, biografica e sull'autrice
Foto di copertina di Elisa Zanni
La Carmelina Edizioni, Ferrara-Roma 2014, e-book, € 4,90


KK (all'anagrafe Caterina Costanzo, catanzarese di nascita e ferrarese d'adozione), con questa pubblicazione finalmente finalizza (nel senso di portare alla dovuta conoscenza del pubblico) la "costanza" (attributo che affiancato al cognome dell'autrice potrebbe apparire un pleonasmo ma che ritengo comunque ed eloquentemente azzeccato) applicata alla sua ispirazione e passione poetica. Estro essenzialmente volto non solo al cosmo ma anzi, e più deditamente, a Dio. V'è di fatto un'abissale profondità concettuale a fondamento di questo pregiato e-book. Quanto se ne possa agevolmente dedurre è la teoretica quintessenza d'una stratificante filosofia dell'esistenza. Peculiarità che supera, e alla grande, l'idea dell'uomo e che, credo, sovrasta la stessa idea del cosmo. Una dimensione che della somatica struttura fisiologica dell'essere umano ne trae un'asserzione sia metafisica sia divina, elaborando perciò fondamenti filosofici e religiosi. Anteponendo l'uomo alla creazione, KK lo affianca, appena un gradino più in basso, alla Divinità. E, giustamente, l'entità spirituale che dall'uomo non può altro che svettare e nel contempo anelare verso le più elevate cime della conoscenza, tende, nel contesto di tale poesia, a recuperarne origine e Potestà. È proprio questa ricerca, espressione, più che d'una poetica, d'un modus vivendi, ad arricchire il costrutto letterario dello scrivere in versi nella nostra poetessa. Vera devozione, la sua, alla poesia, all'arte del creato e a Dio, nel contempo.
Nell'intenzione della scrittrice sta anche il non celato desiderio di rendere omaggio ad un attore, quale fu Robin Williams, che nell'esemplare interpretazione del film L'attimo fuggente, nel ruolo del prof di filosofia (prototipo ed insieme epifania della sapienza umana e che della finzione d'un film diviene detto fatto inconfutabile, assiomatica realtà) ha dato peso alla forza del 'libero arbitrio' nella sua cogente fulmineità: carpe diem. Libero arbitrio che è alla base del legame intellettivo tra Uomo e Dio. Unione che dell'uomo ne consacra, non la dipendenza da un'onnipotenza, ma un'interdipendenza, che lo sospende nel limbo del vivere terreno, quotidiano, attribuendogli meriti o demeriti obiettivi.
Nella sua acchitale nota ("Per le Stelle"), KK rende subito visibile il bandolo della matassa che, per imprescindibile consequenzialità, acquista duplice valenza nella filosofica analisi dell'essere uomo: quell'archetipico, ancestrale 'mistero' che invoca il 'mito'. Ma che soprattutto estrae l'immanente quid dell'infinito, parte insopprimibile dell'anima umana (leggasi la seguente dedica: «l'essenza umana dell'infinito che vive in noi»).
La dichiarazione d'intenti della Costanzo coinvolge scienziati ed autori che, dei segni dell'esistenza, alcuni sono stati non solo nitida traccia ma determinanti indici. Sono infatti citati personaggi quali: Margherita Hack, in primis; Giacomo Leopardi, nella rievocazione della sua Storia dell'astronomia; Ludovico Ariosto; Dante Alighieri (Paradiso); nonché Walt Whitman. Non poteva, quest'ultimo, essere trascurato. Se non altro per la sua sorgiva proposta dalla quale trae appunto genesi la trama intensamente poetica del suddetto film interpretato da Robin Williams. Nemmeno poteva KK, nella sua golosa attenzione al vero ed alla sua correlata espressione estetica, trascurare un testo musicale, immortale, quale Volare dell'indimenticato Domenico Modugno.
È un complesso manifestare, quello della poetessa, che rende omaggio, nei variegati versi, oltreché alla vita umana, e più in generale alla creazione, ai suoi familiari. E, con autentiche e singolari dediche, al padre Saro, glorificato con un sublime verso di Giordano Bruno: «Un'unica forza l'amore, unisce infiniti mondi e li rende vivi». Persino al cane Artax, «meraviglioso e fedele amico». A Robin Williams: «la mia poesia sei tu». Dediche incorniciate da un'eterea, celestiale (e vorrei dire, per iconica impressione, 'paradisiaca'), presenza di fotografie (una decina di scatti della medesima autrice). Suscita commozione, a supporto della memoria del suo affezionatissimo Artax, l'effigie del fido animale.
La silloge, vero «florilegio poetico» (secondo la condivisibile definizione del curatore Roberto Guerra, cfr. Prefazione, Fermati o Stella), è scandita, e contemporaneamente abbellita nella sua progressione alfabetica, dettata dal raggruppamento delle iniziali dei titoli dei singoli componimenti, con angelica grazia, a sommaria ma trascendentale definizione dei contenuti. In maniera che ogni gruppo di tali secondari titoli abbia autonoma valenza. Volendo, potrebbero rappresentare nuclei sillogistici a sé stanti. Tante isole, ognuna densamente pregna d'una sinfonia colta nelle alte sfere del cosmo, contemplativa della magnificenza del Dio Onnipotente e della Creazione. Anzi credo con convinzione che si abbia a che fare con una poetica che vada ben oltre il concetto cosmico. Lo ribadisco. Sorta di 'poesia del Divino', solo casualmente decifrabile nella doppia cifra teo-cosmica.


Ebbene, li voglio elencare tutti, tanto sono originali e significativi, i titoli delle molteplici sezioni. Dall'A alla Z manca proprio e soltanto quest'ultima lettera, la zeta. Ognuna include una serie più o meno ampia di poesie, una migliore dell'altra. Composizioni sempre monostiche, con un unico corpo, un'unica strofa di differente lunghezza, com'è nella consuetudine della poetessa. Quasi un unisono rivolto a Dio. Spesso anche le dediche ad altre persone parlano del Creatore.

A come Amore del transfinito divino
B come Beata atmosfera del Paradiso
C come Cerimonia delle vergini stelle
D come Desiderio d'anima siderale
E come Estasi degli angeli
F come Fuga relativista nel reale
G come Gravità siderale
H come H2O extra solare
I come Immagini nella noosfera
L come Luce dal punto omega
M come Meccanica di un Dio Celeste
N come Nati per sognare Dio
O come Oblio nella creazione
P come Portale dell'azzurro
Q come Quoziente di trascendenza
R come Raggi dall'abisso
S come Sirene cosmiche
T come Tuffo nell'orizzonte degli eventi
U come Universi perfetti
V come Viaggio dall'Eternità.

Poesia che reputo attraente e coraggiosa.
Attrae perché è fortemente melodica e, caratteristica più unica che rara, trasparente. Sì, trasparente quanto la diafana, impalpabile immagine del paradiso, dei santi e dei beati, degli angeli e della spiritualità. Elementi che costituiscono oggetto tematico ed icastico paradigma dell'esistenza, non solamente, ma anche, umana.
E coraggiosa in quanto esprime il proprio incondizionato amore a Dio; si fa preghiera. Citare Dio reiteratamente ed appassionatamente è desiderio appartenente ad ogni credente. E non è che non ce ne siano. Siamo in tanti a credere. Ma quasi nessuno (pochissimi, religiosi e/o santi) ha veramente coraggio d'esprimere riconoscenza o preghiera a Dio Padre. Perché? Lo sapete voi? Neanch'io. O forse potrei credere d'intuirne una risposta, però mi fa comodo non esporla.
Ecco, allora è da vedersi la forza della poetica di KK, al di là d'ogni altro aspetto estetico, di cui assolutamente non difetta, nell'aprirsi, secondo la coscienza d'una profonda fede, all'Onnipotente, a Dio. In pratica, è un sapersi pubblicamente confessare. KK ha, come raramente accade, l'audacia di parlare di Dio. Dialoga con Dio.
Mi piace concludere con una delle più brevi poesie di quest'autrice, citandola per esteso: Surf. In essa v'intravvedo un emblema. Quello stilema per l'appunto di trasparenza (qui addirittura aggiuntivo d'una liquida creatività), essenza del suo modulo poetico: «Quando cavalco l'onda / attraverso l'acqua con il pensiero / e il mio corpo si fa goccia. / Dio mi insegna la felicità. / La solitudine è solo un gesto / di fronte all'universo».


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http://lanotiziah24.com/2014/09/roma-lanimae-infinitum-di-kk-intervista/