La Cina, prodotto del sistema asiatico.

Un tentativo per separare il partito dallo stato avvenne in Cina prima degli eventi di piazza Tienanmen, culminati con la feroce repressione del regime nei confronti di istanze liberali, peraltro concepite nel contesto del sistema. Oggi la Cina Popolare è retta da un sistema totalitario di democrazia comunista aperta all'economia di mercato, ma i principali nodi dell'approccio di governo del paese risultano tuttora da sciogliere. Non è infrequente l'affermazione che la Cina attuale sia attestata su posizioni post-comuniste, ma la vera questione del governo di questa società è rappresentata dal permanere di una base autoritaria e sciovinistica, che, anzi, cerca di conservare il retaggio del comunismo cinese in forme apparentemente diverse, recuperando, in varie forme, l'antico spirito sinocentrico. E ciò anche alla luce di una campagna di rivisitazione del marxismo-leninismo cinese in chiave capitalistica e tecnocratica. La Cina odierna, in realtà, mostra segni di mutamento sociale e civile, che, nonostante il carattere autoritario delle istituzioni del regime, indicano possibili evoluzioni rispetto alla tradizionale visione burocratico-comunista che si è instaurata nel Paese di Mezzo dal 1949. Non è questa la sede per analizzare il passo della politica interna cinese e dei suoi riflessi sul piano internazionale, ma è opportuno esaminare il senso del rapporto potere-società e di coglierne gli ineliminabili elementi di natura storica. Ci si chiede, dunque, ancora, dopo tanto tempo e aldilà delle riforme improntate al cosiddetto "socialismo di mercato", se la Cina comunista sia il prodotto, in definitiva, di un'autentica restaurazione asiatica. Che cos'è quindi la Cina comunista, chiamata Repubblica Popolare Cinese, nel bene e nel male? Che dire della Cina comunista, della sua origine e della sua identità politica? A differenza della Russia che nel secolo XX aveva fatto passi notevoli sulla via della industrializzazione, la Cina è giunta solo in questi ultimi decenni a conseguire una posizione potenza industrialmente e modernamente avanzata. La Cina era ancora una società prevalentemente agricola ed arretrata quando i comunisti entrarono in scena dopo la prima guerra mondiale.E non esisteva neppure una numerosa classe media moderna in Cina quando i comunisti si batterono per la conquista del potere dopo la seconda guerra mondiale. Non è dunque vero che Mao e i suoi seguaci instaurarono nelle campagne un dispotismo agrario che, nonostante modifiche superficiali, presentò a lungo una stretta somiglianza con i grandi regimi dispotici del passato della stessa Cina? Tuttavia né Mao, né i suoi compagni erano dei folli e intuivano che non si poteva continuare a conservare il potere e consolidarlo sul piano nazionale, restando ancorati alla visione contadina, come spesso in Occidente si pensò, E per tale ragione i comunisti cinesi fin da subito misero in atto misure per creare un sistema semi-manageriali, che, aldilà delle diverse stagioni del comunismo cinese, ha condotto il paese alla situazione di adesso., Misure che hanno finito, nonostante le ricorrenti fluttuazioni ed ubriacature ideologiche, per confermare la tendenza di fondo verso la cristallizzazione di un sistema totalitario di potere, di economia e di èlites che conserva caratteri asiatici e non democratici nel senso occidentale.
Casalino Pierluigi, 26.02.2015