Il futuro visivo conferma le intuizioni di F.T.Marinetti

La nuova vita delle immagini in movimento è ormai la prova che la lezione di Marinetti era giusta. Come dice, infatti, Raymond Bellour la fine del cinema è una fine che non finisce mai di finire. Un dinamismo che Marinetti evocava apertamente già ai tempi della sua profezia futurista. Come comprendeva a pieno Marinetti ai suoi tempi, il cinema, allora agli esordi, cominciava a passare attraverso trasformazioni tecnologiche crescenti. sociali ed estetiche, quelle relative ad un'estetica sociale, in fondo, di tipo avveniristico. Un tutto che ne metteva e ne mette tuttora in discussione il ruolo di grande mediatore culturale che aveva avuto per tutto il XX secolo e che ancora svolge.
 L'idea di cinema formulata da subito da Marinetti viene ripresa oggi, a quanto pare, da un fortunato libro, La Galassia Lumière, che ci narra di come resista tale concetto e che si vada adattando chiaramente ad una generale metamorfosi spazio-t
emporale che precisa e riafferma quella duttilità socio-estetica che aveva colto Marinetti. E proprio Marinetti, che nel cinema vedeva un concorrente delle vecchie forme di teatro, ma che in ogni caso esaltava per il carattere rivoluzionario, aveva raccolto il senso di quella sfida originaria. La preziosa caratteristica del cinema, secondo Marinetti, era veramente quella che ai nostri giorni si manifesta con maggior sensibilità e che gli consente di tenere il passo della cultura visiva contemporanea ovvero di quel futuro visivo che è appena iniziato.
Casalino Pierluigi, 22.02.2015