Umberto Bianchi, Il Fascino discreto dell'Occidente (La Carmelina-Ferrara-Roma, 2014),
"Il fascino discreto dell'Occidente, ovvero uno zoom quasi cinematografico di Bianchi, su un Altro Occidente: operazione urfuturistica (non a caso scansionata certa avanguardia artistica, futurismo e situazionismo), dai vagiti Sofia della filosofia occidentali alle sue aurore, zenit, crepuscoli, volte stellari, tra i mini/macro eoni, fino alla condizione postmoderna, se non posthuman nascente, propulsiva o implosiva, come sembrerebbe confermare l'attuale crisi epocale, l'Occidente a rischio default. Da… un link, Parmenide a Deleuze.
Ma riduttivo fuorviante, anzi mera gaffe ermeneutica, pur a suo modo antimoderno per eccellenza, Umberto Bianchi, leggere questo atipico/atopico saggio dalle parti degli Apocalittici tardo spengleriani, sia – anche metapoliticamente – nei cieli più o meno sovracelesti di certa ortodossa Nouvelle Droite, italiana e europea. Bianchi da un bordo rilegge i voli speculativi dimostrandone certa peculiare e costante opera aperta continuum, esiti spesso paradossali rispetto al logos o al Self originale dei promotori filosofi… In tal senso, macchina intertestuale privilegiata, l'azione rivoluzionaria a suo tempo di Nietzsche, bisturi attualmente o inattuale… biopolitico,(anche alla Stefano Vaj finanche certa Ombra junghiana, con trivellazione raffinata… che riaffiora alla luce, almeno rarefatta) dove inferire, semmai, non la fine dell'Occidente (pur diagnosi difficilmente confutabile), ma la Parola perduta della nostra Civiltà o almeno la sua, oggi, Olografia possibile e potenziale.
Un altro Immaginario (ma molto im-materiale) emerge, finalmente oltre destra/sinistra, pagine quindi oltre il novecento stesso ideologico : pagine hard, non solo la Grande Macchina plasma gli umani e le nazioni e i popoli, ma un feedback, il pensiero/parola anche azione e fatto (tutto il resto chiacchiera, da tempo lapidariamente proclamò Ionesco e a suo modo Wittengstein stesso) non secondari: al contrario, se siamo andati sulla Luna e certo almeno storicamente progresso conoscitivo e sociale (ma la tecnoscienza continua eccome) anche (Trans)umanismo doc, oltre ogni retorica umanistica o metafisica, morale stessa (zoom di Bianchi anche su Marcuse, La Scuola di Francoforte…),
Va da sé (ma secondo noi soltanto qua certa cifra Nouvelle Droite, in ogni caso legittima se non ideologica ma libero gioco linguistico, esattamente come la New Gauche….) per Bianchi de-strutturali e virus della crisi contemporanea (non solo economicistica ma Kultur) due nodi, forse, principali:
il progressismo economico a una dimensione da un lato, di derivazione stessa illluministico/liberale/democratica, pure socialcomunista, materialismo meccanico e antiumano, lo zenit del Novecento, la Grande Guerra comunismo fascismo con la Democrazia spesso mero palcoscenico se non potenziamento pervertito…. Bianchi ora al passo con certa storiografia europea e anche italiana (Mosse, Nolte ecc , De Felice e seguaci), revisionismo critico contro la storia a una dimensione narrata dagli Usa o dall'Intellighenzia Liberal e socialcomunista, la vulgata in particolare, visto il witz clamoroso, Gramsci, evocato positivamente da Bianchi stesso.
Oltre a Nietzsche, nella … moviola del film book, nodi ora neuromantici quasi, ovviamente Comte e il positivismo, Heidegger…. forse con modulazioni, nel cosiddetto male bene effetti opera aperta, riassumendo, postechiani o postDeleuze, posttranstestuali, peculiarmente pulsionali e significanti nel divenire dell'Occidente.
Stupefacente, non banale puntualizzazione, la cifra letteraria di Bianchi: un Bolero, pur nella complessità del discorso, gioiosamente comunicativo, per nulla criptico o esoterico narcisistico: stile quasi matematico deliziosamente pulsionale, nessun deserto arido, semmai un geyser islandese lanciato nel Cielo sopra l'Occidente….
Infine, nuovamente a livello metapolitico…. Spesso certa casta di Nouvelle Droite italiana, per quanto brillante, non va oltre, nell'era del web, lamenti a 18 carati, contemplazioni malcelate della fine del mondo prossimo ventura, arroccamenti ancora nostalgici in fondo in nicchie o bare decadence, denuncia assenza presenza … di nuove rami conoscitivi in quell'opus….
Ecco, questo Occidente novissimo di Umberto Bianchi (ma non solo, Roma segnala da un pezzo certa Scuola Romana di Filosofia Politica, il recente Movimento Nuova Oggettività, tra Gianfranco Lami stesso, poi Sandro Giovannini e Giovanni Sessa – e molti altri) per magari figure come Marcello Veneziani, Stenio Solinas, lo stesso De Turris, (ecc. ) è certamente un Google Glass! "
*RobyGuerra