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YALTA, “LA GUERRA FREDDA” E “IL TEMPO E LA MEMORIA”


 

 
Il Futurismo ovvero una visione dinamica della storia e della civiltà

YALTA, “LA GUERRA FREDDA” E “IL TEMPO E LA MEMORIA” (CASALINO PIERLUIGI, ENNEPILIBRI, IMPERIA, 2006)

La Conferenza di Yalta fu lo spartiacque fra il periodo di apparente cooperazione bellica (ma come sappiamo, e gli storici ci confermano, fu così solo in parte, se mai lo fu) e le battute iniziali della “guerra fredda”. A Yalta gli Alleati angloamericani e la Russia sovietica conclusero accordi che riflettevano i loro reciprochi interessi ( interessi di sempre delle grandi potenze, compresa la Russia, che si sforzava di essere magnanima e animata da spirito di solidarietà e fratellanza “internazionalista e proletaria” alla faccia dei beoni con il burro davanti agli occhi: e ce ne sono ancora in giro di appartenenti, magari in buona fede, a tale schiera che sognano l’ideale marxista-leninista)e incarnavano tradizionali compromessi. Tali decisioni mostrarono presto i loro limiti e non ressero all’urto degli avvenimenti: il mondo si trovò proiettato nella “guerra fredda”. In fondo la stessa Seconda Guerra Mondiale si era basata sui sospetti, le riserve mentali e i veti incrociati tra le parti, oltre che sul desiderio non sempre svelato e coperto dalle sottigliezze della diplomazia di far prevalere la ragion di stato di ciascun protagonista, in certi casi pensando persino a paci separate con il nemico tedesco.  Di questa circostanza fu ben consapevole Casalino Michele, il protagonista de “IL TEMPO E LA MEMORIA” (Casalino Pierluigi, Ennepilibri, Imperia, 2006), il quale fu testimone oculare (ascolta anche l’intervista di Casalino Pierluigi su “IL TEMPO E LA MEMORIA” a RADIO 24 de IL SOLE 24 ORE – “LA STORIA DI CASALINO MICHELE” -) degli eventi che stavano maturando in Polonia tra la ritirata tedesca e l’avanzata travolgente dell’Armata Rossa. Su tali considerazioni il dibattito è ancora aperto presso gli storici e gli analisti di affari internazionali e investe gli stessi equilibri mondiali e nel Vecchio Continente, scaturiti dal crollo dell’Ordine di Yalta negli anni 1989-1991.

 

Casalino Pierluigi, 28.01.2012.  

 

 

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