Nuova poesia metapolitica e postfuturistica? Il giovane Andrea Leonessa, dalla netpenna molto concreta e rapida, testimonia già (scacco matto piccolo ma prezioso a certa ben nota gerentocrazia di certa casta letteraria nazionale-anche di para-avanguardia).
E la penna è già un inchiostro virtuale doc e it e eu... La figura sfondo è la parola nella sua mutazione sociale e letteraria alla luce della rivoluzione digitale.
Tutta una danza dei simulacri elettronici, alla luce anche crediamo degli input virtuali e informatici di un certo straordinario Baudrillard, movimenti orizzontali/verticali.
Fiorisce una Parola colma di volontà di bellezza e seduzione, deliziosamente iconoclastica, simultaneamente riformattata con scansioni neoepiche, drammaturgiche quasi: non a caso l’incipit dedicato a un certo Verlaine.
Un videogame poetry, quasi anche nuova poesia visiva/totale, sulla scia degli stessi Spatola o Pignotti o anche Franco Vaccari:
giocattolo eversivo verso scenari umani, postumani e socio cibernetici, verso nuove aurore degne dell’umanità.
LA VIOLENTA PLANIMETRIA DEL CRISTALLO
Verso vertice di carcasse eterne
Mattatoio espande, mortale
Per sezionare biondi pinnacoli
Vivi; morte sole
D’arredo le cose
Soggiornando nel cosmo,
Commensali! Sussisterete?
Nella sacrestia delle cose
Nastro registrò la gravità:
Collasseremo deportando
Carne saturnina
Nella macelleria del centro cosmico.
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