Franco Battaglia: per la Scienza contro le ecoballe dei nuovi fascisti verdi


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Sotto il tiro delle polemiche e degli insulti. Solo perché da sempre sta dalla parte della razionalità e difende la scelta nucleare. Così, in quella palestra dell’offesa facile che è diventata la Rete, è nato su Facebook un gruppo di 400 persone (tra cui ci sarebbero anche Luigi Berlinguer e Marco Rizzo), che ha deciso di prendere di mira il professor Franco Battaglia e ne chiedono a gran voce le dimissioni da docente universitario. Secondo i suoi «contestatori», spesso dal profilo rigorosamente anonimo, il professore, editorialista del Giornale, che insegna Fisica chimica all’Università di Modena, con le sue affermazioni-convinzioni metterebbe a «repentaglio la salute dell’intera umanità».
Professor Battaglia, per aver difeso le ragioni del nucleare ora sono arrivati a minacciarla...
«Da circa dodici anni cerco di riportare entro i binari della conoscenza scientifica alcune convinzioni consolidate che sono invece vere e proprie frottole: i cambiamenti climatici indotti dall’uomo, l’elettrosmog, le energie alternative, la pericolosità del nucleare, per citarne alcune...».
Pare che Beppe Grillo abbia incitato la gente a prenderla a calci, e adesso addirittura un gruppo su Facebook, chiede le sue dimissioni da docente universitario. Perché fango e veleni contro di lei?
«Sono tutte questioni su cui, evidentemente, alcuni, soprattutto le associazioni ambientaliste, seminando terrore, hanno costruito la propria fortuna, economica e di potere. Ricordo che anche 11 anni fa, quando - grazie anche all’aiuto del Giornale e di alcuni più illustri colleghi - smontai la frottola elettrosmog, coloro che stavano confidando nella lucrosa torta dell’interramento dei cavi di trasmissione elettrica (30 miliardi) chiesero al Rettore dell’università di Roma le mie dimissioni. Diciamo che oramai ci sono abituato».
Sulla scorta di dati scientifici lei sostiene che le radiazioni di Chernobyl hanno fatto zero morti...
«Certo. Zero, tra la popolazione civile. Ma non lo dico io. Lo dice l’Unscear, il Comitato scientifico dell’Onu, fondato nel 1954 e di cui fanno parte 100 scienziati di 20 Paesi diversi, che ha avuto l’incarico di studiare gli effetti sanitari delle radiazioni atomiche. Ha studiato anche Chernobyl, e ha concluso – il Rapporto è reperibile in rete – che le radiazioni fuoriuscite da Chernobyl non hanno avuto alcuna conseguenza sanitaria nel corso di questi 25 anni. “Non leucemie, non tumori solidi, non effetti genotossici, non malformazioni”, dice il Rapporto. Niente di niente. Ma con una eccezione: è stato osservato, in questi 25 anni, nelle aree di Ucraina, Bielorussia e Russia, un notevole aumento di neoformazioni alla tiroide, con 6mila casi riportati, di cui 15 con decorso fatale. Ma anche questi non sono attribuibili alle radiazioni».
In questo caso ci aiuti a capire, perché?
«La ragione è semplice. In molti concludono la loro vita con un tumore alla tiroide senza averlo mai saputo. Si chiamano tumori occulti, sono per lo più benigni, e la loro incidenza, nota dalle autopsie, è anche 100 volte superiore all’incidenza dei tumori manifesti. Dopo Chernobyl, la tiroide della popolazione dell’area detta è stata fatta passare sotto l’ecografo, ed è successo che sono emersi i tumori occulti. Ci sono tre prove che le cose stiano così. Innanzitutto, questi tumori hanno cominciato ad emergere dopo 3-4 anni dall’esposizione, e non dopo 5-10 anni, come da letteratura. Poi, il tumore alla tiroide ha un decorso fatale nel 4 per cento dei casi, e il 4 per cento di 6mila fa 240 e non 15. Infine, dei 6mila casi se ne sono osservati più in Russia, meno in Bielorussia, e meno ancora in Ucraina, ma l’esposizione allo iodio-131 fu maggiore in Ucraina, minore in Bielorussia, e minore ancora in Russia». CONT.
http://www.ilgiornale.it/interni/vogliono_cacciarmi_dalluniversita_perche_smaschero_eco-balle/17-06-2011/articolo-id=529737-page=0-comments=1