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L'equipaggio della navicella spaziale Soyuz T-12 esegue lavori di saldatura nello spazio. Una sbavatura di saldatura perfora il guanto della cosmonauta Svetlana Lazareva, con perdita di ossigeno dalla tuta protettiva. Il suo compagno Vladimir Fedorov taglia con attenzione la scheggia e porta Lazareva al portello della nave, ma entrando nel portello nota uno strano bagliore blu che lo fa attardare, potenzialmente mettendo a rischio la vita della Lazareva.
Una volta tornato sulla Terra, la direzione della missione ed i medici decidono che ha avuto un'allucinazione e lo dichiarano inidoneo al volo, non potrà più tornare nello spazio, il che rende molto felice la moglie di Fedorov.
L'11 febbraio 1985, la stazione orbitale sovietica Salyut-7 , rimasta in orbita senza equipaggio per sei mesi, smette improvvisamente di rispondere ai segnali inviati dal Mission Control Center (MCC) che ne perde il controllo. La notizia diventa l'argomento principale dei resoconti di tutti i media mondiali, la televisione e i giornali occidentali stanno insistendo sulla minaccia di una caduta incontrollata della stazione su qualche area popolata. Le autorità dell'URSS vengono a conoscenza dei preparativi americani per il lancio della navetta spaziale Challenger, il cui vano di carico ha dimensioni che corrispondono in modo molto sospetto alle dimensioni della Salyut-7, per di più uno dei membri dell'equipaggio - il francese Patrick de Bonel - ha già volato sulla Salyut e la conosce bene.
La direzione dell'MCC sta febbrilmente preparando l'equipaggio della nave Soyuz T-13, che dovrebbe essere composto da un pilota e un ingegnere di volo, per salvare la stazione; il terzo posto disponibile viene soppresso per favorire maggiori riserve di ossigeno all'equipaggio. Uno dei candidati è certamente Viktor Alekhin; un ingegnere progettista che ha letteralmente assemblato la stazione con le sue mani. Ma nessuno dei candidati piloti riesce nelle esercitazioni con il simulatore ad agganciarsi alla stazione in condizioni di rotazione caotica; giungono tutti alla stessa conclusione: l'attracco è impossibile. Il direttore di volo Valery Shubin a questo punto è costretto a richiamate in servizio Fedorov, in qualità di pilota più esperto dell'URSS, l'unico in grado di compiere "acrobazie spaziali".
*** Il film è basato sugli eventi reali occorsi alla stazione spaziale Salyut 7 nel 1985. Dopo che il contatto radio con la stazione è andato perduto, i cosmonauti mandati in soccorso dalla Terra riescono ad attraccare sulla stazione, che trovano completamente congelata, e la riportano in funzione.