LA RISCOPERTA DI DANTE OVVERO DANTE SEMPRE PIU' FUTURISTA

Una delle sorprese degli ultimi studi dantesche è quella di un Dante che, se si erge come uomo del suo tempo,non manca di rivelarsi spirito universale, aldilà del suo tempo, aldilà di ogni tempo. E in verità come uomo del domani, un Dante sempre più futurista. Le più recenti investigazioni dantesche, infatti, ci presentano un'immagine singolare del Sommo Poeta, non completamente riconducibile alle credenze dei suoi contemporanei. E né nemmeno alle nostre. L'originalità profetica di Dante ci sospinge il pensiero dell'Alighieri nella dimensione futuristica tout court. Un Dante, dunque, assai più isolato ed idiosincratico - come del resto è la sua biografia - , ma di conseguenza più inatteso rispetto a quello consegnatoci da una lunga tradizione critica e scientifica. Ed è questo uno dei meriti della dantistica più avanzata. Non solo Dante ci viene così proiettato verso il nostro presente, ma verso il nostro futuro per le sue straordinarie intuizioni storiche, per la sua visionaria concezione del cosmo e della civiltà universale. Sotto certi aspetti anche la posizione di Dante, più che avanti si colloca a lato delle posizioni moderne. Recupera un senso dell'umanità che spesso ci sfugge, mentre la dottrina di Dante ci offre una meditazione audace sulla ricerca e sulla conoscenza umana. Se da una parte ci sembra un inconsapevole anticipatore delle nostre idee, d'altra parte ci prefigura una figura dantesca capace di sollevare questioni della vita sociale e giuridico-politica ben oltre l'orizzonte medioevale. Tra di esse il pericolo che Dante avvertiva di una giustizia ad personam e analogamente il rischio di assolutistiche idee senza il minimo argomentarne limiti e ostacoli. Se l'uso politico della giustizia è considerato da Dante un mostro aberrante, la storia degli ultimi due secoli ci ha dimostrato quanto dannosa sia stata e sia ancora la via della giustizia totalitaria, una giustizia che investe e travolge l'intelligenza.
Casalino Pierluigi