COMUNISMO E POLITICA TRADIZIONALE RUSSA DI POTENZA

Nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 1917, con l'assalto al Palazzo d'Inverno, sede del legittimo governo russo, presieduto dal social democratico Kerenskij, si attuò il colpo di stato bolscevico che segnò la Russia sovietica per gran parte del Novecento. Molti pensano che il bolscevismo rovesciò lo zarismo; invece la caduta dello zar avvenne già nel febbraio precedente a seguito della rivoluzione democratica, che non si era smarcata dal conflitto contro la Germania. I soviet decretarono la fine di quella che essi definivano repubblica "borghese", mentre sul fronte della Grande Guerra, i fanti russi fraternizzavano con i soldati tedeschi. Non si trattò quindi nell'Ottobre (ma si era nel calendario giuliano) di una vera rivoluzione, ma di un colpo di mano leninista, che, soppiantando una pur timida tradizione liberal-democratica, riportò i metodi dell'antico regime sotto le bandiere del comunismo, in particolare, riveduta e corretta, la vecchia politica di potenza russa condita del nuovo messianismo imperiale slavo-rivoluzionario. Tra i molti episodi che confermavano tale atteggiamento, va ricordata la propaganda che i sovietici avviarono in seno alle forze armate dei paesi stranieri a metà tra indottrinamento ideologico comunista e penetrazione dell'intelligence russo all'estero. Un esempio viene, tra i molti, da un documento assai interessante del 1926 che riguardava le forze armate italiane e intercettato dai nostri servizi segreti del tempo. Una circolare del Ministero dell'Interno, inviata, tra gli altri, a prefetti italiani "In ciascuna circoscrizione militare, proseguiva il documento, bisogna trovare un informatore, il cui incarico consiste nel conoscere la situazione sociale, lo stato d'animo dei soldati, le loro idee, la loro tendenza politica, la causa del loro malcontento, ecc.".  "Dopo aver raccolto queste informazioni e trasmesse alla Commissione speciale per la propaganda nell'esercito italiano, che sarà composta da alcuni membri del Komintern, i predetti informatori diventano agenti propagandisti attivi, che reclutano fra i soldati i cosiddetti aiuti. L'incarico di questi ultimi è di riunire gli elementi malcontenti e di formare cellule regolari" "Termina così la prima fase, cui seguirà quella che"farà capo alla sezione militare del Comitato Centrale Partito Comunista". Il tutto in stretto collegamento con il vertice sovietico di Mosca. A tale riguardo le autorità italiane invitavano ad alzare al massimo l'attività di vigilanza. , al fine di impedire ogni emergenza.
Casalino Pierluigi