Un tempo la si chiamava "Il Male Oscuro", oggi è la depressione, un flagello che colpisce più i poveri che i ricchi. L'aumento delle malattie psichiatriche, purtroppo, va di pari passo con l'incedere della crisi econmica che affligge inesorabilmente le fasce deboli e mette in dubbio l'adagio che anche ui ricchi piangono. Questi ultimi, infatti, ase piangono assai meno e comunque per altri tipi di mali, che non sono certo la disperazione del vivere. Il 7 aprile scorso si è celebrata nel mondo la giornata della salute,che ha posto l'accento sulla devastante incidenza della depressione sulle fasce deboli. Nel corso dei secoli, dall'età greco-romana, dove la si chiamava malinconia, spesso in sintonia con la follia creativa, per giungere a Petrarca che la definiva accidia, uno dei vizi capitali, facendo il verso a Sant'Agostino, si dovrà attendere ai primi del Novecento per ritrovare un senso autentico del morbo oscuro, che lo svizzero Adolf Meyer finalmente chiamerà depressione. Uno stato affettivo non solo di origine biologica, che Cesare Pvese chiamerà a sua volta la malattia chiamata uomo e Virginia Wolf il male di vivere. La depressione provoca un disagio profondo che porta all'angoscia. E l'angoscia o disagio di vivere uccide soprattutto per la mancanza di serenità.
Casalino Pierluigi
Casalino Pierluigi